Cronos
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Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Valimar
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ORIGINAL: Arwen quote:
ORIGINAL: Cronos Sono invece i singoli individui ad acquisire specifiche caratteristiche attraverso mutazioni genetiche casuali. Quando l'emergenza di un dato carattere favorisce le capacità di sopravvivenza dell'individuo in un dato conteso, questa mutazione comincia a diffondersi nella popolazione. ..mi è venuto subito da pensare agli X-men! Beh a dire il vero è l'opposto... è il fumetto degli X-men che si ispira e teorie evoluzionistiche ben note fin dagli anni '60. quote:
Tornando seri...quindi il 70% di noi è ad un livello un pò più arretrato rispetto a quel 30% che col tempo è salito di un gradino nella scala evolutiva...giusto? Non credo che ci sia una differenza così netta. Giusto per fare un esempio: puoi anche nascere con le gambe più lunghe della media, ma se non le alleni e non sei un corridore agonista, difficilmente ci si accorgerà della differenza. Un conto è la predispozione genetica, un conto è poi come sfrutti il tuo organo. quote:
ORIGINAL: Mirmith Ma quindi noi adesso siamo "fermi" da più di 5000 anni? Fermi no, l'articolo dice l'esatto opposto, stiamo mutando e anche molto velocemente rispetto alle altre specie. 5000 anni sono un tempo brevissimo. Semmai si può dire che l'ultima mutazione "apprezzabile" si è riscontrata negli ultimi 5000 anni. quote:
Nel senso che le capacità celebrali di un uomo ai tempi della Mesopotamia sono uguali ad oggi? Geneticamente si... nella pratica no. Come dicevo ad Arwen un conto è la tua predisposizione genetica, la base da cui parti, un conto è come sfrutti e stimoli il tuo organo. Un bambino di 10 anni dei giorni nostri ha le stesse capacità di un uomo che nel medioevo era considerato dotto e istruito. Questo per una serie di ragioni che nulla hanno a che vedere con il patrimonio genetico. Innnanzitutto conta il benessere, l'alimentazione (che favorisce uno sviluppo precoce) e non ultimi gli stimoli che ricevi dal mondo esterno. Il cervello degli uomini di oggi è sottoposto a carico di lavoro e di stress che i mesopotami neanche potevano immaginare. Sappiamo leggere, scrivere, fare calcoli, guidare automobili, usare computer, parlare più lingue, prendere decisioni su problemi di varia natura. Inoltre abbiamo una memoria estramente più allenata e siamo "addestrati" fin dalla tenera età a studiare, memorizzare, sintetizzare ed elaborare informazioni. Insomma è che come se paragonassi un agonista con un uomo che fa vita sedentaria. Il patrimonio genetico è lo stesso, ma il primo ha prestazioni atletiche schiaccianti rispetto al secondo. Naturalmente il fatto che oggi il nostro cervello sia sottoposto a un lavoro infinitamente maggiore rispetto a 5000 anni fa causa in minima parte una selezione naturale che porterà a privilegiare le mutazioni nella popolazione che renderanno il nostro encefalo ancora più efficiente e performante. Parimenti, suppongo che un uomo di 5000 anni fa della Mesopotamia usava il suo cervello molto più di un uomo Sapiens del neolitico che non aveva ancora una vita socialmente organizzata e una cultura da apprendere. quote:
Civuole così tanto tempo quindi per prendere coscienza delle propie capacità e imparare a sfruttarle? Non si tratta di prendere coscienza, a mio parere, si tratta di bisogno. In mesopotamia 5000 anni fa c'era più bisogno di sani muscoli che di cervello, oggi è l'esatto opposto, senza un buon cervello nella società non sopravvivi. Se non riesci a studiare e a sfruttare le tue capacità intellettive sei tagliato fuori. 5000 anni fa sopravviveva invece il più robusto e il più forte, quello che riusciva ad affrontare carestie, guerre ed epidemie. Tu quante guerre, epidemie e carestie hai affrontato finora ? E quanti esami scolastici ha invece dato nella sua vita un mesopotamo antico ? In conclusione, mi viene in mente un altro elemento che credo contribuisca in maniera fondamentale alle nostre capacità intellettive: la struttura sinaptica del nostro cervello. Se non ricordo male, nei primi 23-24 anni di vita, il nostro cervello si forma costruendo la rete di sinapsi che mettono in comunicazione i neuroni. Ci si crea in pratica i propri schemi di ragionamento, e quindi le proprie capacità intellettive in base agli stimoli ricevuti e alle proprie necessità . La rete sinaptica di un mesopotamo non doveva essere molto complessa, per due fattori alquanto decisivi: - non riceveva grossi stimoli intellettivi nei suoi primi 23 anni di vita, - difficilmente arrivava ai 23 anni di vita in piena salute Immagino che la rete di sinapsi di un bambino di 10 anni dei giorni nostri sia senz'altro molto più complessa di un mesopotamo di 20 anni vissuto 5000 anni fa. Non certo perché il mesopotamo non avesse preso coscienza delle sue capacità intellettive, bensì perché non aveva a disposizione gli stimoli e il carico di informazioni che riceve invece un bambino di oggi fin dalla nascita, secondo me.
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Alla prossima...
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