Haisonder
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Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
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Cap. XXX La prima volta .. Non vi furono cerimonie, ne smistamento, ne inaugurazione del nuovo anno scolastico o banchetto di benvenuto per loro due. Mentre il cappello parlante iniziava a cantare il dolore di tutti per la scomparsa di Silente, Harry e Ginny annullarono l’uno nelle braccia dell’altro la tristezza infinita che li colmava unendo le proprie anime in un gesto d’amore disperato. Fu l’incertezza del domani, l’orrore del presente o semplicemente il desiderio di stare assieme e fugare la paura: la diga ai propri sentimenti che il ragazzo con tanta fatica aveva eretto si sbriciolò in un istante quando Ginny, nella carrozza che li portava al castello, insinuò la piccola mano bianca tra quelle di lui, le labbra che tremavano, gli occhi tristi di chi, al par suo, aveva già imparato cos’era la sofferenza. L’alba li sorprese abbracciati. La sirena dai lunghi capelli ramati cantava in modo suadente dalla vetrata del bagno dei prefetti: i primi raggi del sole filtravano dalle imposte, dipingendo macchie di colore sul pavimento e sui corpi abbandonati dei due ragazzi addormentati. Destatosi lentamente, Harry si sollevò a sedere, cercando a tentoni gli occhiali. La sirena di vetri piombati lanciò un occhiata in tralice al petto nudo di Harry, poi ridacchiò e continuò a spazzolarsi i capelli con un pettine d’avorio. Ginny dormiva ancora, a fianco del ragazzo, la soffice massa di capelli rossi a coprire le spalle nude, cosparse di lentiggini dorate: Harry chiuse gli occhi, lasciandosi inebriare dal lieve sentore di fiori che pervadeva l’aria e dalla sensazione di benessere che lo colmava. Durò poco, molto poco .. solo il tempo di riaprirli e di trovarsi davanti Ron ed Hermione, la bocca spalancata, gli occhi sgranati: - Vedi Ron .. – Commentò abbastanza incongruamente un Hermione rossa d’imbarazzo fino alla radice dei capelli: - Loro non si fanno tutti i problemi che ti fai tu .. - - Ve .. vedo .. – Rispose Ron, balbettando, quando Ginny, sbattendo gli occhi, si sollevò sui gomiti. La ragazza alzò un braccio a coprirsi il seno e con uno sbuffo sbarazzino soffiò indietro un ricciolo dorato che le cadeva sulla fronte. Sorrise .. radiosa .. e sostenne con aria di sfida lo sguardo del fratello, che continuava a guardarla imbambolato. - Cosa vorresti dire ? - Sbotto infine Ron, rivolto ad Hermione: - Che problemi mi faccio io ? - La risata argentina della sirena echeggiò nella stanza, a suo modo inquietante .. Una stretta ed alta finestra istoriata illuminava la piccola cella dall’altrimenti monacale rigore. La vetrata, decorata con vetri piombati, aveva toni predominanti d’azzurro: rami di corallo stendevano le loro braccia da un fondale di conchiglie e stelle marine. L’uomo, ammantato di nero,attendeva in piedi: gli occhi freddi e dal taglio obliquo, di un azzurro gelido .. quasi acquoso .. fissi sulla vetrata. Quando la sirena dai capelli ramati si affacciò, le linee spigolose del viso vennero accentuate dagli occhi bianchi, atoni, spiritati: - Dimmi .. - Ingiunse lui: La sirena di vetro ebbe come una scossa, poi la voce argentina del suo canto di antica malia e perdizione colmò la piccola cella. L’uomo annuì, la crudele bocca sottile distorta in un sorriso compiaciuto: - Quante debolezze .. Potter .. - Sussurrò .. Pensieri cupi sul fatto che a Ron, per uccidere un professore, erano bastate prove molto più vaghe accompagnarono Harry per tutta la mattina .. - Eravamo venuti a cercarvi .. eravamo preoccupati: non vi abbiamo visto tornare ieri notte .. – Gli aveva sussurrato, quasi con tono di scusa, un poco imbarazzata, Hermione, sedendosi tra lui e Ron durante l’ora di Pozioni. Il professor Lumacorno si era esibito nella complicata preparazione dell’Estratto di Morte Vivente di terzo livello perdendosi poi in una dotta dissertazione sull’efficacia della Salvia Mentolata del Transval se aggiunta in piccole dosi su estratti base del composto. Nel complesso una lezione tediosa .. Harry uscì con la testa in subbuglio ed una strana aspettativa addosso.. La lezione seguente era Difesa Contro le Arti Oscure. Il professor Red T.Roll era già seduto alla cattedra: avvolto in un manto nero, il cappuccio tirato indietro che lasciava scoperto un volto pallido, ed emaciato, dagli occhi freddi e dal taglio obliquo, di un azzurro gelido .. quasi acquoso .. Le labbra erano sottili .. vizio e corruzione a malapena celati da un ambiguo sorriso .. Red T.Roll attese che tutti furono seduti poi, nel silenzio generale iniziò a sussurrare con un tono di voce così basso che i più furono costretti a sporgersi in avanti: - Il mio nome è Red Tomdov Roll - Il gesso, sulla lavagna, prese a muoversi da solo: RED TOMDOV ROLL scrisse .. - Come già sapete sarò il vostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure, quest’anno .. Nel mio corso non imparerete vuote formule, sciocchi incantesimi, inutili nozioni .. Nel mio corso imparerete l’odio, il rancore, la rabbia .. I ragazzi sgranarono gli occhi, esterefatti da questa premessa - Imparerete la brama ed il desiderio di sopraffazione, la sublime bellezza della corruzione e del male che la pervade .. Delle arti oscure imparerete l’essenza: l’anelito alla vita immortale che passa attraverso la morte - - Pe .. Pe .. Per combatterle .. Vo .. volete dire, signore - Balbettò Neville, un poco scioccato. Red T.Roll sorrise .. un sorriso falso, che non si riflesse nello sguardo: - Certo Paciock, certo .. – Sibilò .. poi fece una lunga pausa: - L’Odio .. questo il sentimento puro, l’essenza del male .. il cardine sui cui poggia la forza dell’Oscurità .. Il gessetto prese a muoversi di nuovo: ODIO, tracciò, stridendo sulla lavagna. - Le Maledizioni senza Perdono si basano sull’odio: per lanciare l’Avada Kedavra non basta il gesto, la bacchetta e la parola .. per lanciare una maledizione mortale bisogna odiare l’avversario, odiare la vita, se stessi, ogni cosa .. - In classe non volava una mosca: la lezione si stava svolgendo in maniera inquietante, toccava argomenti scabrosi fino ad allora trattati solo di sfuggita sui manuali. - Il rancore .. la rabbia .. il risentimento .. la ferocia .. tutto scaturisce dall’odio .. - La voce di Red T.Roll era ridotta ad un sibilo, a malapena udibile .. il gesso stridette ancora, ed ancora: RANCORE, RISENTIMENTO .. molte ragazze, nell’aula, si coprirono le orecchie con le mani .. - L’indifferenza poi, e l’orgoglio estremo, o l’estremo egoismo .. il disprezzo verso tutto ciò che si dice buono, e puro .. tutto ciò che è debole, direbbero alcuni .. - INDIFFERENZA, DISPREZZO .. il gessetto stridette un ultima volta, poi si spezzò .. - Questo .. - Il professore indicò con la bacchetta le parole scritte in stampatello sulla lavagna. - Questo il programma di quest’anno .. - Harry rilesse tra se e se .. attonito, allibito: odio, rancore, risentimento, indifferenza, disprezzo Quello era il programma ? Scosse il capo, incredulo .. - Ma questa, in fondo, è solo teoria .. - Red T.Roll alzò all’improvviso il tono di voce .. in un turbine di polvere, il programma venne cancellato dalla lavagna, lasciando scritto solo il suo nome: - Teoria! Che senso ha che pediate il vostro tempo nello studio di Inferi, Vampiri, Dissennatori o Lupi Mannari .. Il pericolo vero non verrà più, per voi, dalle creature della notte .. ma da maghi, maghi come voi .. anche se, concedetemelo .. - Il professore squadrò a lungo la classe: - Incredibilmente più capaci .. - Harry, suo malgrado, non potè far altro che annuire. L’insegnante fece una pausa, piuttosto lunga .. poi si voltò a fissare Harry: - Potter .. - Il ragazzo alzò lo sguardo, sostenendo, in modo fermo, quello del professore: - Siamo tutti strabiliati dalle imprese degli ultimi anni .. Le sue labbra si distorsero in un ghigno crudele: - Il “Prescelto” - Lo canzonò. - Si, è così che mi chiamano .. - La rabbia, instantanea, fiammeggiò negli occhi del ragazzo; il professore annuì. - Vieni qui, Potter .. sulla pedana .. - Red T.Roll , con un ampio gesto della mano, invitò Harry in centro all’aula; tutti si sporsero in avanti, in attesa: - Solo una dimostrazione pratica .. Giusto per saggiare il livello di preparazione della classe .. Harry salì sulla pedana della pista per i duelli, estrasse la bacchetta e si accinse a fare i saluti di rito quando .. STUPEFICIUM ! .. lo schiantesimo lo catapultò contro il banco di Cho Chan: libri, calamai, penne d’oca e fogli di pergamena volarono da tutte le parti .. - Il saluto Potter! .. IL SALUTO ! .. Credi che un Mangiamorte perderebbe tempo con i convenevoli ? - FERAVERTO! ingiunse Harry: la bacchetta si mosse con un movimento leggero, ed i fogli di pergamena che ancora volteggiavano sopra di lui si ripiegarono su se stessi, assumendo la forma di innocui aereoplanini. Una piccola flotta di carta si librò al di sopra del ragazzo. - O credi forse che un Mangiamorte perderebbe tempo con questi patetici giochetti? Aereoplanini Potter ? AEREOPLANINI ?- Il volto del professore era ora una maschera feroce: spianò la bacchetta, con un gesto finale .. CRUCIO ! Ruggì ... OPPUGNO ! Urlò Harry, di rimando: Lo stormo si impennò e poi scese in picchiata, riversandosi contro l’insegnante: la maledizione senza perdono si annullò, abbattendosi sugli aereoplanini, accartocciandoli in un turbinio di fogli strappati. Uno tra essi tuttavia, sfrecciò attraverso l’aula, colpendo di striscio, con il bordo dell’ala, la guancia di Red T.Roll, per poi planare, ormai inoffensivo, tra il gruppo di ragazzi di Serpeverde. Una sottile linea di sangue evidenziò il graffio sottile provocato dall’ala; il professore si sfiorò la guancia con la punta delle dit,: - Il primo sangue è tuo, Potter .. - Sibilò, la bocca sottile distorta in un sorriso lascivo .. - Questo ! .. Soggiunse poi, mostrando la mano insanguinata alla classe: - Questo è quello che pretenderò da voi, quest’anno ! .. La classe non fiatò, ed Harry si rialzò, lentamente .. era già stato schiantato altre volte, ma mai così duramente .. Il professore non lo degnò di uno sguardo, e si risedette alla cattedra, sul volto esangue un sorriso crudele. - E’ tutto, per oggi .. potete andare .. - Con mormorii tra l’eccitato e lo scandalizzato, i ragazzi abbandonarono l’aula .. Le lettere scritte col gesso sulla lavagna presero a vorticare in una danza sinuosa, scambiandosi di posto in anagrammi improbabili, ed impossibili .. Il volto di Red T.Roll era una maschera indecifrabile. Il baule ai piedi del letto si aprì, cigolando: mani sottili, dal pallido incarnato, sollevarono manti ripiegati con cura, camicie stirate, spostarono calzini e maglioni .. sul fondo, accanto ad vaso chiuso, venne deposto un aereoplanino di carta: l’ala sinistra era sporca di sangue. Carta Creatura Magica: Sirena
< Modificato da Haisonder -- 2007-03-20 17:25:43 >
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