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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen

 
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Mae Govannen Guest
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-04-20 2:56:46   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
XXXVII - Visioni del Male

Nel bagno guasto da anni, Ginny ebbe un sussulto e trasalì.
‘Non posso crederci. Non posso crederci. Non sembrava lui’.
Afferrò il coraggio a due mani, si precipitò verso la sala comune, pronta a dire ad Harry cosa pensasse di lui, o a scoprire cosa gli fosse successo. Spalancò la porta, colpendo violentemente qualcuno che con altrettanta furia stava evidentemente correndo nel corridoio. Hermione rovinò a terra, una bottiglia infranta e del liquido giallo sparso sul pavimento di pietra e sui suoi vestiti.

Ginny la fissava con uno sguardo di fuoco, solo velato da un interrogativo, pur pressante, nel fondo degli occhi.

“Amordentia”, disse Hermione, tirandosi in piedi ed indicando la pozione sparsa ovunque.

Ginny si addolcì all’istante, ed abbracciò l’amica. “Scusami. E’ che…” “No, non preoccuparti, Ginny”.
Quest’ultima fece qualche sforzo per allontanare Hermione, evidentemente affranta ed imbarazzata per l’accaduto. “Davvero, non preoccuparti, Hermione. Non è colpa tua. Dobbiamo correre a dare ad Harry un qualche antidoto prima che la trappola scatti! Non può restare… in quelle condizioni”.

“A proposito!” disse Hermione guardando in tralice Ginny e la porta del bagno rotto. “Seguimi”. Trascinò l’amica di nuovo nel bagno, intimandole con lo sguardo di stare al gioco.

“Certo che è incredibile quel che ha fatto Harry… “ Una parte di Ginny voleva colpirla, ma si arrestò all’istante. “… scovare il nascondiglio segreto della Coppa di Tassorosso. Geniale, non trovi?”
“Assolutamente geniale!” si affrettò ad aggiungere la giovane strega. E lo pensava. Hermione aveva avuto una grande idea. “Chi avrebbe mai potuto pensare che la Coppa d Tassorosso nella tomba fosse una mera replica?”
Le due ragazze scorsero due occhi curiosi riflessi nell’acqua mai inghiottita di uno dei vecchi e sporchi lavandini. Hermione strizzò l’occhio a Ginny, con una certa intensità. “Sai, si dice che nella Coppa di Tassorosso, per un goliardico incantesimo, si raccolgano tutti i pettegolezzi più scottanti di Hogwarts!” Gli occhi curiosi si sgranarono, e Mirtilla saltò fuori tempestandole di domande. Le due ragazze seppero soddisfare la curiosità del fantasma facendo sapiente attenzione, nei loro racconti immaginari, di sottolineare quanto importante fosse comprendere che la vera Coppa di Tassorosso fosse altrove. Infine uscirono.

“Ginny, sei stata bravissima! Interpretazione magistrale!”
“E tu hai avuto un’ottima idea, Hermione. Nel giro di un giorno tutto il castello saprà della ‘vera’ coppa di Tassorosso!”
“Non è grandioso? Ora andiamo a far rinsavire quello sciocco di Harry. Non capisco come, pur vittima di una pozione, abbia potuto dimenticare anche solo per un istante una ragazza attraente come te.”
E le cinse le spalle mentre si avviavano di buon passo verso la sala comune di Grifondoro.

Hermione …”
“Si?”
“L’Amortdentia è evidentemente… Molto potente.”
“Credi? Sai, non devi giustificarlo. Insomma, guardati, come si può…”
Hermione, aspetta. Ascolta. Ecco… Ho notato che qualche goccia… Cadendo… Insomma, tu…”

Hermione comprese all’istante, e con un balzo si allontanò di un passo a Ginny.  Deglutì fissando il pavimento del corridoio, che rapido scorreva sotto i loro, ora più distanti, passi. Deglutì ancora. “Scusa… Non… Non… Direi che dovremmo trovare subito un antidoto!”
“Si, subito” chiosò Ginny, nascondendo il divertimento.
“Per Harry, dico…”
“Per Harry, certo…”

Harry, nella sala comune, era rinsavito grazie all’intervento di un antidoto sapientemente scovato da Neville, il quale, felice della ripresa degli incontri ES, si era precipitato a rimettere in sesto il maestro delle future imprese contro il Male.

Questa volta Neville sapeva che Voldemort era vicino, e come mai prima si sentì pronto a dare tutto ciò che poteva per la causa. Lo stesso sentirono Dean, Lavanda, Luna, i fratelli Canon, che si risolsero a non vendere le imbarazzanti foto di Harry a Rita Skeeter, e tutti gli altri membri dell’Esercito i Silente. Harry sentiva il calore ei membri dell’ES intorno a lui. Un’aura di forza e pace sembrava essersi generata dalla semplice volontà dei membri dell’ES di riunirsi ed agire di nuovo.


La notte trascorse senza ulteriori emozioni, avvolgente e ristoratrice. Ron ed Harry andarono a dormire scherzando su quanto fosse appena successo. Hermione, che pure doveva ammettere con se stessa di trovare ancora alquanto seducente il modo in cui i capelli rossi di Ginny le incorniciassero il volto, cominciava a rendersi conto del fatto che Ron non aveva esitato un istante a colpire il suo migliore amico per lei, e questo le scaldò il cuore. E Ginny si addormentò ben felice delle scuse che Harry le aveva fatto, costernato prima, in lacrime, ma dal riso, quando lei le accettò senza indugio, raccontandogli di Hermione, amica molto speciale, quella sera.


L’alba infine giunse, e la soffice luce del mattino, stendendo le sue lunghe dita attraverso le mille finestre di Hogwarts, rianimò, dolcemente, l’intero castello.

Harry sentì il flebile calore del sole mattutino sul viso, e si svegliò dolcemente. Socchiudendo gli occhi, indovinò la figura di Ron, in piedi, non lontano dal suo letto. “Ron…”

“Harry…”

“Già in piedi? Sai, ho dormito benissimo. Mi sono sentito quasi… protetto. Che strana, piacevole sensazione…”

“Harry…”

“Si? Dimmi, anche tu? Una sensazione intensa…” pensò ad alta voce Harry, stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere sul letto.

“Harry…”

Harry si accorse che la voce di Ron non era affatto rilassata. Aprì gli occhi, ed in pochi istanti mise a fuoco un nero, enorme lupo, imponente ed inquietante, ai piedi del suo letto. Lo sguardo rosso trasudava violenza e crudele determinazione, e lo fissava; del sangue gocciolava orrendamente dai denti aguzzi della creatura, ancora non lambita da alcun raggio di sole.

Harry balzò in piedi sul letto. Ron era in piedi, accanto al suo letto, inerme e pietrificato.


Il lupo fissò Harry ancora qualche secondo, poi prese a muoversi nervosamente a piccoli passi alternati, a destra prima ed a sinistra poi, quasi a ispezionando con rabbia una barriera invisibile che lo teneva lontano da Harry. Infine, dopo pochi, lunghissimi istanti, spazientito, afferrò tra le fauci la Firebolt di Harry, che giaceva ai piedi del letto del giovane mago, la scosse, stritolandola ed infine  frantumandola.
Insoddisfatto, sembrò infine arrendersi; si allontanò dunque lentamente, con un sommesso e cavernoso ringhio, passando pericolosamente accanto al letto di Neville, che dormiva inconsapevole, ed infine uscendo dall’uscio della camera dei ragazzi.

“Cosa…. Ron…”

“Harry, Harry! E’ stato qui per mezz’ora!”

“Cosa… Mezz’ora???”

“Ai piedi del tuo letto! Io…”

“Tu cosa diavolo hai fatto in mezz’ora?”

“Io, io, non ho avuto il coraggio di…. Io ho preso la bacchetta e stavo per colpirlo ma poi non sono riuscito…”

La bacchetta di Ron giaceva a terra, ai suoi piedi.

Harry balzò giù dal letto e corse verso la porta. Nel corridoio, raggi di luce illuminavano la chioma nera di Cho, che si allontanava con apparente calma, ma instabile sui suoi passi.

“Cho! Cosa fai qui? E’ l’ala dei ragazzi! Cho!”
La ragazza non si voltò. Harry la ricorse, ma lei prese a correre più velocemente, sbandando ripetutamente, senza volarsi, giù fino alla stanza comune dei Grifondoro; di lì, in corsa, si voltò rapidamente verso Harry, nella fuga. Aveva del sangue che le circondava la bocca, ed uno sguardo sconvolto. Poi fu fuori, in un lampo, sul corridoio, dove Harry giunse qualche istante troppo tardi per vedere dove avesse svoltato. Era sparita.


Ancora con il cuore in gola, Harry tornò in camera.

“Ron, la Mappa del Malandrino, presto! L’hai vista? Cho, dico, l'hai vista??”

“Si, ma Harry, vieni a vedere! La tua Firebolt!”
I frammenti della scopa di Harry, sette, formavano a terra la sagoma di una coppa.

“La coppa di Tasso Rosso” disse Ron.
“Penso anche io”, concordò Harry, ansimante. “Volemort sta mangiando la foglia. O forse ci dice che non l’ha mangiata... Ron, hai visto anche tu Cho?”

“Si, sono corso dietro di te. O meglio, sembrava proprio lei, di spalle. Si è voltata?”

Harry sospirò ancora una volta, sentendo il cuore rallentare ed accasciandosi sul letto. “Si.”
“Cho una mannara?! Che sia lei la spia?”, disse Ron, incredulo e timoroso.

“Ron, non lo so…”
Per la prima volta da mesi, Harry sembrava sconfortato e confuso. Un lupo gli si era parato innanzi, per la seconda volta, ed ora incredibilmente più vicino.

“Davvero non lo so, Ron…”









Carta Oggetto: Firebolt

< Modificato da Taym -- 2007-04-20 3:08:33 >



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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 41
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-04-24 14:00:34   
Miko


Messaggi: 1118
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Da: Magna Aprilia
Status: offline
Capitolo XXXVIII - Trappola per Topi

Il mattino seguente Harry insieme ai suoi inseparabili amici discuteva quanto accaduto.
"Non posso credere a quanto raccontate" Disse Hermione.
"Eppure è così..." ripeté stizzito Ron.
Harry invece era stranamente silenzioso, pur avendo estrema fiducia in Harry non poteva credere che Cho Chan fosse una mannara al soldo dei mangiamorte.
Ad un tratto i suoi occhi si illuminarono e prese la parola con il piglio e la decisione che gli erano propri in quell'ultimo e strano anno ad Hogwarts.
"Hermione ha gettato l'amo e chiunque sia la spia ha mangiato la foglia... e ora di far venire allo scoperto il nemico".
"Cosa intendi esattamente Harry", se stanotte c'era qualcuno nel nostro dormitorio e ovvio pensare che stava cercando la coppa che ritiene essere l'originale."
Hermione e Ron si avvicinarono interessati.
"Ecco cosa penso: oggi me ne andrò in giro tutto il giorno con la falsa coppa e sono convinto che il nemico stanotte si farà vivo per prenderla."
Ron cominciò a rabbrividire..."H-harry...vuoi dire che..."
"Si Ron! Stanotte nel dormitorio fingeremo di dormire e tu terrai a portata di mano la mappa del malandrino e la coperta invisibile, lascerò la coppa accanto al mio letto sono sicuro che prima che venga domattina qualcuno tenterà di prenderla..."
Hermione: "Harry non so mi sembra rischioso e poi non vorrete farlo da soli?"
"Tranquilla Hermione stasera avremo la vera coppa e tu farai la tua parte."
Entrambi non poterono che annuire HArry aveva di nuovo parlato come un capo e i suoi ordini non andavano discussi.

Pur comportandosi normalmente quel giorno, tutti gli studenti notarono il fagotto che Harry si portava dietro a mo di zainetto attirando gli sguardi pressoche di tutti.
Al termine delle lezioni andarono a riposare un po prima di cena vista la lunga notte che li attendeva, chiesero a Neville (precedentemente informato del piano) di fare la guardia e cercarono di riposare.
Lentamente le ore trascorsero e lentamente si avvicinò l'ora di andare a letto.
Harry poso la falsa coppa accanto al letto e provò a fingere di dormire.

Le ore in quella maniera trascorserò ancora più lentamente e nell'ora in cui la notte è vicino al mattino quando Harry e Ron stavano per cedere alla stanchezza, finalmente captarono un rumore indefinito, leggero.
Sembrava un bottone di metallo che ritmicamente batteva il pavimento in maniera leggera ma sempre più vicina al letto di Harry.
Il piccolo mago si azzardò a socchiudere un occhio leggermente, non vide pericoli imminenti, ma notò che lentamente la coppa si stava muovendo, provo ad aprire un po di più per capire, ma non vide nulla.
E resto ancora più sorpreso quando anche così non riuscì a captare il minimo movimento se non quello della coppa che veniva trascinata lentamente dal comodino sulal quale era appoggiata verso il pavimento.
Ora al rumore del bottone di metallo si udiva anche la coppa che veniva trascinata sul pavimento, Harry lottò con se stesso per non alzarsi subito e cercare di prendere il colpevole.
Ma non era quello il suo obiettivo, lui voleva la vera coppa e per averla doveva seguire il suo invisibile nemico.
Non appena il leggero tramestio di coppa e bottone fu lontano si alzò fiondandosi sul letto di Ron (fece finta di nulla quando sotto le coperte trovo anche Hermione abbracciato all'amico), anche se si chiese quand'è che la ragazza si era infilata nel letto di Ron...
Li svegliò visto che entrambi si erano addormentati.
"Ron presto la mappa!", "C-cosa Harry, ah u oh ecco!", riuscì a rispondere un trasognato e ancora mezzo addormentato Ron.
Harry prese la mappa e pronunciata la formula di rito apri in tutta corsa cercando in corrispondenza del dormitorio Grifondoro qualcosa che si muovesse.
Non fu difficile individuare il colpevole a quell'ora erano praticamente tutti a letto.
Uno sguardo d'odio si dipinse sul volto di Harry che guardò gli amici e disse una sola parola prima di incamminarsi verso l'uscita del dormitorio, disse "M I N U S!".
I tre si gettarono all'inseguimento cercando di non fare rumore raggiunsero l'uscita del dormitorio, frattanto la mappa indicava un puntino che lentamente si spostava verso un altra ala del castello.
Harry intanto si spiegava come mai non avesse visto nessuno... era un topo un maledetto topo ecco perchè dalla sua visuale non poteva vederlo e contestualmente il rumore del bottone strisciante si disse... doveva essere la mano che
Minus aveva perso e che Voldemort aveva sostituito con una di argento e doveva essere quella che trasformato in topo doveva aver assunto più o meno la grandezza di un bottone.
Ma si lasciò alle spalle il ricordo di quegli eventi abbastanza in fretta perchè avevano una missione da compiere...
Disse sussurando: "Seguitemi!", e gettando il mantello addosso a se ed agli amici.


Carta Personaggio- Animagus


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Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
Messaggio #: 42
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-04-27 1:50:14   
Arwen


Messaggi: 2891
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
Status: offline
Capitolo XXXIX - Apertura mentale





L’aria all’alba era gelida, l’inverno stava arrivando e si sentiva, ma i 3 ragazzi erano determinati. Mappa del Malandrino alla mano, bacchetta tesa che illuminava i loro passi ed anche i passi del piccolo ratto attraverso i corridoi tracciati sulla logora pergamena, ed il fiato sospeso nel mantenere una certa distanza per non destare i sospetti di quello che tempo addietro era noto come il topo Crosta.
I piccoli passetti indicati sulla mappa si muovevano in direzione dell’ala del quarto piano dove, dietro la statua di Boris il Basito, si celava la porta del bagno dei prefetti. Poco distante dalla statua in questione, le tracce di Peter Minus scomparvero. I ragazzi raggiunsero un arazzo raffigurante una gaia scena di corsa campestre dietro il quale sembrava che Minus si fosse inoltrato, ma non videro nulla…”Lumos” fecero contemporaneamente nonostante le prime luci dell’alba filtrassero dalle ampie vetrate che ridavano sul corridoio, ma non videro altro che una fila di mattoni ed un battiscopa irregolare…già, il battiscopa, che catturò la loro attenzione un momento dopo. Gli mancavano alcuni pezzi e proprio lì trovarono un pertugio della dimensione giusta perché un topo passasse agevolmente. Si sbrigarono a controllare sulla mappa, ma quel passaggio segreto a quanto pare non era stato tracciato sulla mappa.
- Ed ora come facciamo? – disse sconsolato Ron.
Hermione era pensierosa, aveva l’aria di cercare molto intensamente una spiegazione o qualcosa di saggio da dire
– Ma certo – esclamò – non è segnato sulla mappa perché non è un passaggio sfruttabile da un mago…quindi di magico non ha nulla, quel buco! Dev’essere stato scavato dai topi in chissà quanti anni…non può portare lontano!
Si guardarono attorno, ma in effetti c’era poco da guardare, il buco era accanto ad una colonna, proprio a ridosso delle mura che davano all’esterno del castello. L’unica soluzione era che scendesse attraverso la colonna, e che questa quindi fosse cava all’interno.
- Cosa c’è al piano di sotto, in corrispondenza del corridoio?
- Uhm…la sala dei trofei? – suggerì Harry con poca convinzione.
- No, dev’esserci qualcos’altro.
- C’è l’aula di Difesa contro le Arti Oscure e la stanza di Roll.
- E poi?
- No beh, ci si allontana…c’è l’infermeria, ma è alla fine del corridoio, dall’altra parte.
- Allora non so cosa dire. – disse Hermione dubbiosa. – Forse è meglio controllare se vediamo il nome di Minus riapparire sulla mappa, no?
E così fecero…cercarono in lungo e in largo, ma se si era nascosto all’interno delle pareti, era impossibile seguire le sue tracce.
- Rientriamo nella Sala comune. Solo Neville sa del piano…ma se gli altri non ci vedono potrebbero esserci dei problemi. Controlleremo più tardi se il nome di Minus ricompare, ok?
Parvero tutti d’accordo e così fecero.
 
Non ebbero il tempo di prendere sonno, che era già ora di alzarsi nuovamente. I pensieri si affollavano nelle menti di Harry, di Ron e di Hermione. I ritorno ad Hogwarts di un servitore di Voldemort, in un momento del genere, li faceva sentire più vulnerabili e scoperti del solito. Come se, fino a quel momento, ignorare quel dettaglio avesse reso la situazione sotto controllo o quasi.
Il piano che credevano infallibile, si era rivelato tutt’altro che tale ed Harry per primo sentiva di dover trovare una soluzione.
 
La prima lezione della giornata, dopo la colazione, era Difesa contro le Arti Oscure. Le imposte dell’aula erano socchiuse, regnava la penombra ed uno strano aroma nell’aria. Red T. Roll era tetro e già seduto alla sua cattedra e scrutava l’aula in attesa che tutti gli studenti prendessero posto. Quando tutti furono entrati e seduti ai banchi, con un sibilo di voce appena udibile iniziò la lezione:
- Oggi parleremo del Dolore, il dolore che ci porta ad annebbiare la mente e a diventare facili prede del nemico… - nella sua voce si percepiva una sorta di divertimento, sottolineata appena da un lievissimo movimento del labbro che pareva un sogghigno. - Chi di voi vuole partecipare?
Nessuno osò offrirsi volontario, ma questo non turbò minimamente Roll, che al contrario sembrava ancor più soddisfatto. – Nessuno? – indugiò ancora qualche istante per poi rompere nuovamente il silenzio. – Paciock! In piedi…vieni qui accanto a me.
Un leggerissimo brusio accompagnò i pochi passi di Neville. Harry e Ron scambiarono delle occhiate preoccupate con Hermione, che fremeva per la voglia di dissuadere il professore da qualunque fosse il suo intento; purtroppo non trovò il coraggio di alzare la mano per intervenire a causa del terrore che quell’uomo aveva il potere di incutere in tutti coloro che si trovassero in sua presenza.
- Paciock, dimmi…avete già appreso delle nozioni sulle maledizioni senza perdono, giusto?
Il volto di Neville era sempre più terreo – S-sì, al quarto anno se non mi sbaglio…o-ora non ricordo bene…
- Siedi qui, accanto a me – disse indicando una seggiola posta accanto alla cattedra. Una volta che Neville si fu seduto, con un brevissimo movimento della bacchetta la seggiola si voltò nella direzione del professore e Neville si trovò faccia a faccia con lui.
- Avete imparato a declamare incantesimi con la mente? -  domandò Roll, gli occhi fissi in quelli del ragazzo, il suo volto era immobile, ma quello di Neville stava iniziando a congestionarsi, le sue membra tremavano lievemente…e non rispondeva alla domanda. Era evidente che non ci riusciva.
Hermione alzò la mano, in attesa che il professore le desse la parola, ma lui non distoglieva lo sguardo dal loro compagno. Il tremito aumentava sempre di più, il colorito di Neville assumeva tonalità sempre più accese e dai suoi occhi iniziarono a sgorgare copiose lacrime, senza però riuscire a guardare altro se non i gelidi occhi di Roll.
- Professore! – esplose Hermione quando udì i primi gemiti convulsi di Neville. – Professore, no!
Roll sorrise, poi spostò distrattamente lo sguardo su Hermione. – Cosa?
- Professore, no. Non abbiamo ancora acquisito padronanza nell’enunciare incantesimi con la mente!
- L’ho visto, l’ho capito…
Neville tremava ancora ed aveva le guance umide dalle lacrime sgorgate pochi attimi prima dai suoi occhi sofferenti.
- Vi ho appena dimostrato i poteri della legilimanzia…l’arte di leggere nella mente altrui e di scavare a fondo cercando perfino i ricordi più dolorosi. – temporeggiò per qualche istante – Paciock sa cosa sono riuscito a vedere…vero Paciock?
Harry sapeva cosa volesse dire soccombere ad una mente più potente. L’aveva provato con Piton alle lezioni di Occlumanzia…e aveva anche provato il contrario, entrare senza permesso nella mente altrui, aveva scoperto cosa volesse dire impossessarsi di brutti ricordi altrui…ricordi imbarazzanti…ricordava ancora cosa aveva provato.
- Ho visto i miei genitori…non so neanche io quando, ma li ho visti quando stavano ancora b-ben…prima che i M-Mangiamorte li…li… - sospirò – …e poi ho rivisto mia nonna cedere alla disperazione…ed ho visto i miei genitori come stanno adesso…ma come se fosse appena successo…i-io non…
Harry si alzo di scatto.


Carta imprevisto: Ricordo doloroso


< Modificato da Arwen -- 2007-04-27 1:51:50 >



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(Risposta a Miko)
Messaggio #: 43
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-05-01 2:56:54   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
CAPITOLO XL
Il Prezzo del Fallimento

 
Harry si alzò di scatto:
“LA SMETTA!”
Urlò, le mani che, convulse, stringevano il bordo del banco: le nocche bianche, tremanti.
“Con che diritto gli fate rivivere i suoi dolori più profondi? Con che diritto lo mettete a nudo così, di fronte a tutti? Voi .. Voi ..”
Hermione, terrorizzata, strattonò Harry, come per farlo tacere .. ma era ormai troppo tardi:
“IO COSA? POTTER! IO COSA?”
Red T. Roll appoggiò di scatto i palmi delle mani sulla cattedra, sollevandosi in piedi: la sua voce echeggiò nel silenzio attonito dell’aula ammutolita:
“IO COSA POTTER?”
Harry ristette, la mano che Hermione aveva appoggiato sulla sua lo invitava al silenzio .. per un volta, una volta tanto, il ragazzo si trattenne. Il professore attese qualche istante poi, nel silenzio più totale, iniziò a sussurrare, venefico, in modo appena intelligibile:
“Mi parli di diritto Potter .. E sembri non accorgerti che se c’è qualcuno qua che non ha il diritto, quello, Potter, sei tu. Non hai il diritto di alzare la voce, non hai il diritto di ingiungere nulla al tuo professore. Io, al contrario, come insegnante non solo ho il diritto ma ho persino il dovere di mettervi di fronte alla spietata realtà della vita ..”
Red T. Roll si risedette, scostando con un gesto elegante le pieghe del manto nero poi, rivolto a tutta la classe, continuò, collo stesso tono che avrebbe usato per spiegare qualcosa a dei bambini:
“Vedete .. quando un mago oscuro cercherà di penetrare la vostra mente per carpire i segreti che celate .. Non vi chiederà per favore .. Non sarà così gentile da rispettare le vostre perdite ..”
Il professore fece una pausa, poi, secco, sibilò:
“Egli vi spezzerà, umiliandovi .. Egli vi rivolterà, ritorcendo contro di voi ogni paura, ogni ansia, ogni dolore ..”
Red T. Roll assunse un’espressione disgustata:
“50 punti in meno a Grifondoro, per la totale incapacità di Paciock di resistere anche alla più leggera Legilimanzia .. altri 50 punti in meno a Grifondoro poi, per la totale mancanza di educazione di Potter”
Harry, fremente di rabbia, con un supremo sforzo di controllo si risedette al suo posto .. la mano di Hermione si strinse con forza, sotto al banco, sulla sua gamba.
“Ah .. Potter ..”
Continuò il professore:
“Punizione, questa sera stessa .. qua, in questa stessa aula, subito dopo cena”
Un mormorio percorse la classe .. poi, dopo un timido bussare alla porta e l’avanti secco di Red T.Roll, una ragazzina del secondo anno, terrorizzata, consegnò al professore una piccola busta.
Il professore si accigliò: aprendola, sul suo viso si dipinse un espressione a metà tra lo scocciato ed il sardonico.
“Sono invitato assieme a tutti gli altri membri del corpo docente alla Festa della Luna Piena negli appartamenti di Lumacorno .. questa sera .. Immagino di non poter mancare .. Orazio tende a drammatizzare molto questa sua nuova .. condizione
Red T. Roll fece un sorriso ironico:
“Potter .. dovremo rimandare a domani sera .. cerca di non arrivare impreparato ..”
 
 
Più tardi, nella sala comune di Grifondoro, Harry sbattè con malagrazia i libri di testo su un tavolino e si lasciò cadere, nervoso, in una poltrona vuota.
Dannazione!
Gli avrebbe cancellato lui quel sorriso sardonico dalla faccia!
E poi .. c’era quella faccenda di Codaliscia che proprio non riusciva a mandare giù ..
Le ultime tracce conducevano alla colonna cava, e la colonna cava era proprio sopra alla stanza di Red T. Roll .. accidenti!
Doveva controllare .. e doveva farlo subito, quella stessa sera, mentre il professore era alla festa di Lumacorno .. non c’era tempo da perdere.
Decise di non dir nulla a Ron ed Hermione, ne tantomeno a Ginny: sapeva che avrebbero cercato di dissuaderlo, o trattenerlo, e lui sentiva, d’istinto, che era una cosa che andava fatta e basta, senza troppi se e ma ..
 
 
Harry trascorse così gran parte della serata nascosto sotto il Mantello dell’Invisibilità, nella protettiva penombra offerta da un passaggio secondario, in attesa che il professore Red T.Roll uscisse dalla sua camera.
Alle dieci meno dieci, con un lieve fruscio, nel silenzio innaturale che all’improvviso si era creato nel corridoio, la figura ammantata d’oscurità dell’insegnante scivolò lungo muri scrostati, passando da una pozza di luce all’altra nell’oltrepassare le fiaccole appese ed imbevute di pece.
Harry attese qualche istante, giusto il tempo di vedere la figura incappucciata scomparire oltre l’angolo, e poi si mosse: la porta, fatto strano e singolare, era socchiusa ..
Il ragazzo indugiò un poco, poi spinse la porta di legno pesante che si aprì, cigolando malamente sui cardini male oliati.
La stanza era posta in una piccola torre aggettante dal corpo principale del castello; anche se arredata in modo semplice, quasi monastico nel suo ascetico rigore, il locale era abbellito da due alte e strette finestre ogivali, dalle vetrate istoriate che gettavano schegge di luce lunare e colori soffusi sul pavimento di pietra grigia.
Harry si guardò attorno .. di Codaliscia o della Coppa nessun segno: un materasso gettato su di un tavolaccio a mo di letto, un comodino che portava un paio di libri, un armadio socchiuso da cui occhieggiavano una fila di neri manti tutti uguali tra loro e, in una nicchia nel muro del castello, un bacile di pietra da cui, lente, si alzavano volute di fumo argentato.
Il ragazzo sgranò gli occhi .. un Pensatoio! Incredulo, Harry si accostò al bacile, appoggiò due mani sul davanzale e guardò dentro alla vasca di pietra.
Istantaneamente, il ragazzo si sentì risucchiare in un turbinare  confuso di immagini: volti angosciati, occhi sbarrati e fauci spalancate .. un unico urlo, angosciato, poi il ragazzo si ritrovò immerso nell’oscurità del ricordo.
 
 
Un oscurità greve, quasi sepolcrale .. 
Solo una luce, debole, fioca: quella di un fuoco fatuo, che aleggiava a mezz’aria al centro del locale.
A mano a mano che i suoi occhi si abituavano alla luce incerta, Harry si rese conto di trovarsi all’interno di una cripta: Mangiamorte, ammantati e mascherati, erano riuniti tutto intorno a lui .. il ragazzo si ritrasse istintivamente, prima di ricordarsi che, nel ricordo, loro non potevano vederlo, ne sentirlo .. ne lui poteva in alcun modo agire o modificare il corso degli eventi ..
Tutti erano in silenzio e guardavano verso il centro del locale la scena che il fuoco fatuo illuminava.
Voldemort, Colui Che Non Deve Essere Nominato, seduto su uno scranno di pietra, fissava con aria impassibile le due figure, a volto scoperto, che erano ferme in piedi dinnanzi a lui.
Harry trasalì: si trattava di un ragazzo biondo, di un biondo quasi albino, ed un uomo alto e severo, dal naso aquilino ed i capelli neri, unti, portati lunghi fino alle spalle.
Draco Malfoy e Severus Piton.
L’Oscuro Signore, il volto inespressivo, gli occhi freddi, glaciali, rimase ancora un poco in silenzio; il fuoco fatuo gettava strane ombre tremolanti che oscillavano inquiete rivelando a tratti, sulle crociere e le colonne della cripta, minacciose serpi di pietra, ricavate nei capitelli, nei fregi e nella cordonature delle volte:
“E così, Draco hai fallito”
La voce di Voldemort fu un sibilo quasi inintelligibile, freddo, inespressivo, come gli occhi glaciali che teneva fissi sul ragazzo.
“Solo in parte, certo .. Alla fine hai fatto in modo di entrare i miei nel castello .. un modo ingegnoso, devo ammetterlo”
La bocca dell’Oscuro Signore si distorse, in un ghigno malvagio:
”Tuttavia ..”
Sibilò:
“Tuttavia al momento decisivo ti è mancata la forza, il coraggio o, peggio, la volontà ..”
Voldemort inarcò un sopracciglio:
“Tu mi temi, Draco?”
Malfoy sbattè gli occhi .. poi, balbettando rispose:
“Ce .. Certo .. Si .. Signore ..”
Voldemort scosse a testa, la bocca e la voce ora contratte dal disgusto:
“Oh .. no, Draco .. no .. Non abbastanza”
Sibilò, nel silenzio, greve d’attesa della cripta:
“IN GINOCCHIO!”
Ruggì poi, la voce che rimbombò, cupa, tra le volte: Draco si lasciò cadere a bocconi, la testa bassa, le lacrime che iniziavano a scorrere sul suo viso ..
“Pie .. Pietà”
Balbettò.
Harry, suo malgrado, non potè fare a meno di provare pena per il compagno di scuola .. ma Voldemort scosse il capo:
“Pietà, Draco? La stessa pietà che volevi accordare a Silente? Non v’è più posto per la pietà, Draco .. Non v’è più posto!”
L’Oscuro Signore lo fissò ancora per qualche istante, poi, con un gesto quasi annoiato della mano, rivolse un cenno ad uno dei Mangiamorte incappucciati:  
“Grenrir”
Sibilò:
“E’ tuo ..”
SchienaGrigia si levò il cappuccio e la maschera, per poi avanzare nella cripta, il ghigno crudele, la bocca distorta, gli occhi che trasudavano malvagità ...
Malfoy sbiancò, terrorizzato.
“Mio signore, se mi permettete ..”
Intervenne con urgenza Piton, fino a que momento rimasto in rispettoso silenzio.
“NO! SEVERUS! NON TI PERMETTO!”
Ruggì Voldemort, levandosi in piedi di scatto e puntando la bacchetta contro Piton:
“STUPEFICIUM!”
Lo schiantesimo colse il professore in pieno petto, gettandolo contro una delle colonne.
Draco indietreggiò, piegato dalla paura, poi .. poi Grenrir fu su di lui ..
Mentre le urla di Malfoy echeggiavano nella cripta, Voldemort, la bacchetta puntata, lo sguardo folle, avanzò di un passo verso Piton:
“Ne ho abbastanza della tua arroganza, Severus .. Ne ho Abbastanza! Credi che ti debba elevare al di sopra degli altri solo per aver portato a termine il compito che avevo affidato ad un ragazzino? Credi forse che aver ucciso Silente ti metta al mio stesso livello? O credi di poterti elevare al di sopra di me, Severus,  al di sopra del tuo stesso maestro!”
Le urla strazianti di Draco si smorzarono in un ansimare affannoso ed angosciato, poi Fenrir si alzò, pulendosi la bocca, insanguinata, con il dorso della manica.
Malfoy giaceva ai suoi piedi, sbranato.
Harry non poteva far altro che assistere, inorridito ed affascinato allo stesso tempo: la visione del ragazzo, coperto di sangue e riverso sulla soglia della porta di casa Granger gli balenò allora alla mente ed una piccola tessera di quel mosaico infranto parve ritrovare posto nella sua mente.
Piton, ancora a terra, lanciò allora un occhiata di puro odio verso l’Oscuro Signore; si rialzò, a fatica, e cercò, arrancando, di raggiungere Draco.
Voldemort allargò allora l braccia, come  a mostrare all’assemblea di Mangiamorte quale fosse il prezzo del fallimento: lo sguardo folle, e malato, sembrò allora, inconcepibilmente, fissarsi su Harry.
Il ragazzo trasalì, e nel trasalire sentì come uno strappo e si sentì trascinare indietro .. le urla, le fauci insanguinate, la folle risata e lo sguardo dell’Oscuro Signore turbinarono in un vorticare di immagini incoerenti ..
Orrore .. Orrore ..
 
 
Harry si tirò indietro, trasalendo e boccheggiando: si guardò attorno, come spaventato, ancora incredulo di quanto aveva visto ..
La stanza, per sua fortuna, era vuota, e solo la luce flebile della luna filtrava dalle finestre.
Chi diamine era, Red T.Roll ? .. in che rapporti era con i Mangiamorte e l’Oscuro Signore ? Come faceva, poi, ad essere in possesso di quel ricordo ?
Cominciò ad avvertire una certa agitazione per la punizione dell'indomani ..
Enigmatica, la Sirena di vetri piombati dai rossi capelli lo osservò uscire in silenzio, pettinandosi i capelli con il consueto ed ipnotico movimento della mano ..
 

Carta Oggetto: Pensatoio
 

< Modificato da Haisonder -- 2007-05-01 3:02:31 >

(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 44
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-05-09 0:42:40   
Erebel


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CAPITOLO XLI (?)
Testimone involontario

Ancora scosso per quanto aveva visto (o sarebbe meglio dire, vissuto) Harry uscì dalla stanza del Professor Roll, sempre coperto dal Mantello dell’Invisibilità, cercando di ricordarsi come ritornare indietro. Era ormai molto tardi, il professore misterioso si era evidentemente trattenuto a lungo da Lumacorno, ma Harry non era in grado di ragionare lucidamente, in quel momento. Aveva bisogno di parlare....di raccontare ai suoi amici quello che aveva visto, e che lo aveva profondamente sconvolto. Un flebile ma terribile pensiero si insinuò nella sua mente, mentre si faceva strada lentamente fra i corridoi di Hogwarts, con la speranza di non incappare in Gazza, o Mrs Purr, o in nessuno degli spettri delle Case. Un sospetto, che prendeva corpo in modo sinistro, e che Harry scacciava con tutte le sue forze, cominciò a prendere corpo, ma solo a livello di sensazione, come un’eco lanciata dal suo istinto più vero. In quel momento però, Harry non aveva il tempo di riflettere e mettere a fuoco le sue idee, per cui scacciò quell’idea strisciante (ecco, persino questa definizione sembrava emanare oscuri presagi) e si concentrò per tornare da Ron e Hermione. Nella fretta di rimettersi al sicuro, il giovane mago si girò per controllare di non essere seguito, e così facendo, urtò il piedistallo di un’armatura, provocando un distinto rimbombo metallico. Trasalì, appiattendosi contro la parete, e trattenne il fiato per un attimo. Poco prima di aver causato quel rumore, gli era parso di sentire un bisbiglio provenire da un anfratto poco più avanti. Possibile che se le fosse immaginato?
“...cosa significa....? ...evo detto!! ....ssibile!!” una voce roca e sibilante arrivava lieve alle orecchie di Harry.
“....ore, ....costernato....etemi!” gli rispondeva uno stridulo bisbiglio, quasi piagnucolante.
“...dire dov’è?? ...immelo!!” proseguiva il primo. Harry cercò di controllare il terrore che lo teneva incollato alla parete, immobile. Voleva sentire meglio, e scivolò lentamente qualche metro oltre, per ascoltare quelle voci. La curiosità bruciava come la sete, per Harry. Qualcosa lo richiamava verso di loro, ma non era certo la ragione, che gli suggeriva invece di darsela a gambe.
“ ...imasta da qualche.....rte, Signore! Non riuscivo....ortarla con me!”
“Dimmi subito dove l’hai lasciata, idiota!” alzò la voce il personaggio oscuro, riabbassandola immediatamente, quasi per paura di venire ascoltato.
“C....credo....nell....ercapedine t-tra lo studi-o...e......ala dei trofei”.
“Credi??? Tu...credi??” rialzò la voce l’uomo. La voce divenne più pacata e sibilante, e Harry nel buio rabbrividì al sentirla.
“Mi hai deluso per l’ultima volta, Minus.”
“AVADA KEDAVRA!!” risuonò potente nel corridoio, e assieme ad un lampo di luce accecante invase l’area intorno a loro. Harry era come pietrificato, spaventato e incredulo per ciò a cui aveva assistito, ancora più di prima. Rimase immobile, in silenzio, e pregò affinché il mago oscuro non si fosse accorto della sua presenza. In quel momento avrebbe preferito di gran lunga essere altrove, e il pensiero volò immediatamente a Ginny, ai suoi occhi dolci e alla sua forza d’animo. Per un istante pensò che se non l’avesse rivisto più, il fatto di averla conosciuta, e amata, le sarebbe in qualche modo bastato. Distolse la mente da quei pensieri, nel momento in cui sentì dei passi svelti allontanarsi dal corridoio, e tutto piombò in un silenzio tombale. Attese ancora qualche minuto prima di riprendere a respirare normalmente, poi, sempre invisibile (per fortuna!), si staccò dalla parete e camminò con cautela verso il luogo dell’....incidente. Una volta verificata l’assenza di chicchessia nelle vicinanze, disse “lumos!” quasi sussurrando, e indicò con la bacchetta il pavimento e un sagoma scura dinanzi ai suoi piedi.
Fu allora che riconobbe Codaliscia, Minus, steso a terra, esanime. Il volto orribilmente sfigurato, era ancora simile ad un ratto. La coda che gli usciva dai pantaloni, né lunga né corta, era piegata in modo strano. Harry soffocò l’orrore di vedere il cadavere, sia pure di un nemico giurato dell’Ordine e della sua famiglia.
Credeva di aver capito perché fosse stato ucciso: aveva perso la Coppa, nella fuga. Possibile? E chi era stato ad ucciderlo così biecamente? Possibile che...? Prima di concludere le ipotesi, e allontanarsi velocemente da lì, Harry notò un dettaglio che lo lasciò interdetto: Codaliscia non aveva più la sua mano d’argento. Al suo posto, un moncherino.
“Perché mai, levargli la mano...?” si chiese Harry. E senza pensarci oltre, prese a correre su per le scale, in cerca dei suoi amici.

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Carta disgrazia: morte di un personaggio.

< Modificato da Erebel -- 2007-05-09 0:44:13 >



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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 45
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-05-14 12:56:39   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Capitolo XLII
Il Rituale
 
La notte era avanzata, e persino la luna era scomparsa all’orizzonte, lasciando solo un oceano di stelle a vegliare su Hogwarts.
La sala comune di Grifondoro era deserta, ad eccezione di cinque giovani figure che discutevano animatamente ma sottovoce, avvolti dalle luci e dalle ombre danzanti, scagliate su di loro dal grande camino.
 
“Se Roll ha quel ricordo nel pensatoio, deve essere molto vicino a Voldemort. Oppure....”
 
Harry si arresto’ e degluti’. Il silenzio si protrasse per qualche istante.
 
Gli sguardi di Ginny, Ron, Hermione e Neville lo fissavano, ancora rapiti dal racconto appena ocncluso.
 
Hermione allungo’ lentamente la mano verso una pergamena, mormorando qualcosa tra se’. Prese a scrivere.
 
 “Ragazzi...” disse Harry, “voglio chiedervi una cosa....”
 
Hermione svolse la pergamena e la spinse al centro del tavolo. Gli sguardi di tutti si spostarono da Harry all’inchiostro scuro, che  formava le seguenti sequenze di lettre:
 
 
 
R  E  D    T  O  M  D  O  V    R  O  L  L
 
 
L  O  R  D      V  O  L  D  E  M  O  R  T
 
 
Tutti trattennero il respiro. Neville si prese la testa tra le mani, mostrando un piccolo graffio sul polso destro. Ron, a bocca aperta, aveva la mascella leggermente tremolante. Lo sguardo di Ginny divenne vitreo, mentre Harry riusci’ a concludere la sua frase, cosi’ che gli sguardi di tutti si volgessero di nuovo a lui:
 
“...siete con me?”
 
Ron richiuse la bocca e degluti’. “Si...”. Hermione riavvolse la pergamena e la scaglio’ nel camino. “Nessuno deve sapere che sappiamo.” disse in tono di monito, sovrastando il rumore delle fiamme rinvigorite che aggredivano la pergamena. “E, Harry, naturalmente si’” disse sorridendo, soprendendosi capace di farlo. Ginny strinse la mano di Harry, e non ebbe bisogno di aggiungere altro. “Per la miseria, Harry. Moriremo tutti, ma certo che si’” disse Neville, cercando di sorridere mentre sentiva gli occhi inumidirsi da un  dolore inaspettatamente grande.
 
Poi il silenzio si impadroni’ della sala comune di Grifondoro. Tutti sembravano riflettere sullo stato dei fatti. Hermione pensava che negli anni a venire, se il mondo magico non fosse stato distrutto dalle fiamme di odio di Voldemort, quel momento sarebbe stato rievocato ed immaginato mille volte, nelle scuole e nei racconti dei vecchi maghi, come l’attimo in cui un pugno di giovani studenti di Hogwarts scoprirono che il Signore Oscuro era penetrato in Hogwarts. Oh, come avrebbe voluto che ci fosse qualcuno a ricordare.
 
Ma soprattutto, i cinque sembravano completamente rapiti nel tentativo di capire cosa stesse succedendo. Nessuno proferiva parola. Hermione compilava una lista, e Ron, guardandole sulla spalla, vede che era un elenco di testi da consultare. Ginny fissava il vuoto, quasi in trance, con quel suo piglio misterioso che sembrava indagare in cio’ che era invisibile ai piu’. Neville era piu’pallido che mai, e ogni tanto si alzava per camminare incerto fino al camino, per poi tornare al tavolo. Harry rievocava il viso del professor Roll; lo fissava, nella sua mente, quasi cercasse di leggere qualcosa in quel crudele sguardo, anche solo nel ricordo.
 
“Harry” esordi’ Ginny, riportando tutti alla realta’.
“Voldemort non vuole, o non puo’ ancora ucciderti.”
“Come lo sai?”
“Saresti gia’ morto, altrimenti. Con te morto, qualsiasi altro compito o obbiettivo sarebbe piu’ vicino, per lui”.
Aveva ragione.
Hermione aggiunse: “Giusto. Ecco cosa altro sappiamo. Voldemort aveva il controllo di Malfoy, ma non quanto avrebbe voluto. Malfoy ha fallito, e Voldemort aveva, nonostante la sua legilimanzia, persino dubbi sui reali intenti di Malfoy. Piton era li’, ed ha cercato di salvarlo.”
“Io mi fido di lui”, aggiunse Harry. “Nel ricordo.... nel suo sguardo, non c’era il terrore di un servo, c’era la sfida di un avversario. E credo che Voldermort abbia colto quell’istante di verita’ negli occhi di Piton.”.
“D’accordo. Sappiamo questo. Sappiamo anche che Voldemort invia dei mannari presso di te, che non vogliono o non possono sbranarti. Sappiamo che Malfoy era nei pressi del primo lupo. E Cho? Cosa c’entra lei?”.
 
“Forse dovremmo dormirci sopra...” disse Neville, il cui sforzo principale, in quel momento, era di tornare alla calma e non scoppiare in lacrime isteriche.
 
“Certo, Neville. E’ tardi. Domani poi devo alzarmi presto per finire i compiti per il Professor Tu Sai Chi!” disse Ron guardandolo come si guarda un alieno. “Dico, sei tutto scemo?! Io non chiudero’ occhio per un mese, sapendo che lui dorme al piano di sotto! Io... Io... Potrebbe leggere la nostra mente a lezione e fulminarci sul posto! Potrebbe...”
 
“Potrebbe fare anche di peggio, da mesi!” lo interruppe Hermione seccata.
“Smettila di frignare. Se dovremo morire.... moriremo! Ma finche’ siamo in vita, cerchiamo di capire!”
 
Quasi a chiosa delle parole di Hermione, un gufo grigio dal collo argentato, quasi fosse vestito in abiti formali, rumorosamente entro’ nella stanza comune dei Grifondoro; i ragazzi alzarono lo sguardo e lo percorrere mezzo giro, fino a planare sul tavolo e consegnare ad Harry una piccola pergamena di carta molto pregiata. Harry riconobbe il sigillo su di essa. Incredulo, la svolse e ne lesse l’intestazione altisonante:
 
 
Minstero della Magia
del
Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord.
 
Ufficio del Primo Ministro Magico
 
 
Data, alcuni codici protocollari ed un paio di sigilli rendevano il documento piuttosto ufficiale. Stranamente, pero’, in mezzo al foglio c’era solo una frase scritta a mano, velocemente:
 
“Vediamoci nel parco antistante Hogwarts, sulla panchina tra gli alberi ad est della casa di Hagrid. Domani mattina alle 9:00 .
 
R. Scrimgeour”
 
“Deve essere importante. Sono le 5 del mattino. Deve aver inviato questo messaggio solo ora... Ci andro’. E forse davvero dobbiamo dormire...”.
 
Riluttanti e sconvolti, i cinque si accomiatarono. Sembravano guardarsi come se potesse essere l’ultima notte insieme.
 
Nessuno chiuse occhio. Hermione era corsa in biblioteca, invece di dormire. Al mattino Harry aveva scambiato solo uno sguardo tetro con Ron, e si era preparato in fretta per non essere in ritardo all’appuntamento. Scesero entrambi nella sala comune, dove incrociarono Hermione, affannata.
“Guardate qui. Non c’e’ nulla di davvero effiace contro la legilimanzia, a parte questo.” Diete una pergamena ciascuno, e ne tenne due copie per Ginny e Neville, che ancora non scendevano. “Si tratta di un incantesimo che impedisce che i pripri pensieri siano rivelati. Mostra a chi cerca di introdursi nella mente altrui pensieri generici e... falsi.  Non e’ molto popolare perche’ funziona solo se... il legilimante non sa che e’ in uso! In altre parole basta che Voldemort sospetti che cio’ che legge e’ falso, intuendo l’uso di questo incantessimo, ed esso si annulla. Ma e’ anche un incantesimo quasi sconosciuto. Potrebbe slavarci per qualche lezione, mentre troviamo qualcosa di sensato da fare.”
 
Harry la ringrazio’ immensamente con lo sguardo. Afferro’ la pergamena e corse nel parco.
 
Un uomo sedeva gia’ sulla panchina. Coperto da un cappotto nero dal colletto molto alto, con un cappello che gli copriva gran parte del volto, era senza dubbio misterioso.
 
“Buongiorno Harry”
“Ministro...” saluto’ di rimando Harry, sedendosi accanto a lui. “Spero non mi abbia fatto venire per propormi un contratto pubblicitario...”
Il ministro sospiro’. “Non e’ davvero opportuno che tu faccia lo spiritoso” commento’ poi, senza alcun tono di rimprovero. Harry penso’ che per la prima volta quell’uomo sembrava parlargli senza doppi fini.
“Questa notte, durante alcune ricerche negli archivi del Ministero, abbiamo trovato un plico. Questo e’ un estratto di quanto trovatovi. Volevo assicurarmi che lo ricevessi, e non mi fido piu’ della sicurezza di Hogwarts. Possiamo permetterci di perdere un messaggio vago come quello che ti ho spedito questa notte, ma non possiamo permetterci di perdere questo.”

“Di cosa si tratta?” chiese Harry prendendo la pergamena.
“Harry, ragazzo, molti ti ritengono il prescelto. Se cosi’ e’ davvero, ti sara’ utile quanto leggerai. Condividilo solo con coloro di cui davvero ti fidi. E chiediti, prima, se fai bene  a giudicare costui o costei come qualcuno di cui tu ti debba fidare.
Questo e’ lo stralcio di un documento prodotto da una commissione ministeriale molti anni or sono. E’ rimasto negli archivi per anni. Vorrei che lo leggessi qui, in mia presenza.”

Harry apri’ la pegamena e lesse.
 
 
Rituale Mortale del Potere Supremo
 
E’ possibile per un mago acquisire potenza tramite l’omicidio.Tale potenza logora il suo possessore, inesorabilmente. Eppure e’ bramata da alcuni  in quanto grandissima e adatta, come nessuna altra forma di potere, alla sopraffazione violenta della volonta’ altrui. Secondo la tradizione propria delle Arti Oscure, il mago che ne dovesse acquisire a sufficienza, detto Artefice, svilupperebbe una capacita’ di controllo sulle menti altrui senza eguali.
Tale potenza magica, e’ direttamente proporzionale alla potenza del mago o della strega vittima, eall‘intensita’ dell’odio verso costui o costei, provata dall’Artefice.
Il Rituale richiede:
3 vittime comprimarie, noti come Comprimari Celati, che abbiano legami di stima profonda verso la vittima, ai quali sia applicato l’incantesimo Imperius.
A ciascuno dei Comprimari verra’ affidato un “Lupo Degenere”. Esso ha l’aspetto di un mannaro, ma non ha nulla di umano ne’ subisce trasformazioni. Esso segue gli ordini del Comprimario, sebbene il suo legame di obbedienza non sia verso il comprimario, ma verso l’ Artefice. Il Degenere avra’ accesso a qualunque luogo sia consentito al Comprimario che lo controlla. Il Lupo Degenere e’ cosi’ chiamato, nella tradizione, poiche’ e’ una creatura vittima a sua volta di incantesimi che ne hanno compromesso la natura (da cui l’aspetto simile a quello di un mannaro), e perche’ sara’ esso stesso, al termine del Rituale, e divenire omicida del Comprimario che lo controlla. Il degenere e’ noto per sviluppare un’interazione di tipo violento con il Comprimario, al quale inferisce, saltuariamente, ferite di entita’ varia..

Almeno uno dei tre degeneri dovra’ infettare la vittima tramite morso o in altro modo, su ordine del Comprimario vittima di Imperius. E’ importante che, nel momento di impartire l’ordine, il Comprimario agisca consapevolmente contro la sua volonta’ ed a causa di Imperius; cio’ ingenerera’ una sofferenza nel Comprimari tanto grande quanto essenziale alla riuscita del Rituale, i cui fondamenti sono nel Tradimento. A tale scopo il Comprimario godra’, su volonta’ dell’Artefice, di un momento di lucidita’ temporanea, pur durante l’effetto dell’incantesimo Imperius, che ne modificheranno l’umore per molti giorni a venire, sebbene il Comprimario non ricordera’ il motivo di tale stato di profonda disperazione.
La vittima infetta portera’ dunque nel suo sagnue parte dell’odio dell’Artefice, e parte della disperazione dei Comprimari.
Egli verra’ dunque sacrificato.
Il Sacrificio avverra’ per mano dei Comprimari in una designata sala Sacrificale, alla presenza dell’Artefice. L’uccisione della vittima costituira’ il secondo momento di orrenda lucidita’ per i Comprimari, i quali agiranno sotto l’incantesimo Imperius coscienti di quel che accade. Dopo aver ferito a morte , ma non ancora ucciso, la Vittima, i Comprimari saranno liberati dell’incantesimo Imperius. Il loro seguente tentativo di rimediare sara’ frustrato dall’intervento dei Degeneri, che uccideranno i Comprimari impedendo loro di “rimediare”e producendo in loro un ultimo moto di disperazione. La Vittima sara’ lasciata morire dissanguata, e parte del sangue sara’ raccolta dall’artefice in una coppa d’argento forgiata dall’Artefice stesso. L’Artefice, infine, berra’ il sangue della vittima , a compimento del Rituale.
 
Il Rituale Mortale del Potere Supremo fu dimenticato per secoli, e portato alla luce da un giovane studente di Hogwarts alcuni decenni or sono. A causa della grande malvagita’ di tale pratica, riteniamo di sottoporlo alla visione del Ministero della Magia, e richiedere il mandato di indagare ulteriormente.”
 
 
Harry aveva quasi le lacrime agli occhi quando chiese chi fosse nella commissione.
“Non e’ importante, Harry. Il ministero della Magia non li autorizzo’, tanto orribile era cio’ che sarebbe stato scoperto. Io ritengo fosse un errore, ma posso comprenderne le ragioni intime. Harry, alcuni giornali di... scarso prestigio riferiscono che io sia un vampiro...” Scrimgeour tossi’, fingendo sarcasmo e sufficenza. Harry riusci’ a divertirsi un po’ ricordando le pagine de “Il Cavillo” mostrategli al riguardo da Luna.
“Ecco, tali pettegolezzi si fondano essenzialmente su un mio interesse squisitamente accademico al fenomeno, e leggendo del rituale sono rimasto colpito dal fatto che in esso sia prevista l’assunzione di sangue umano. Incuriosito, ho svolto qualche altra ricerca, e sono incappato nel nome del giovane studente che ha rinvenuto il rituale.”
“Lord Voldemort?” disse Harry, questa volta con sincera aria di sufficenza. L’aveva capito sin dal titolo del rituale.
“Si, Harry. La cosa assume tutto un altro significato, dunque. Ho pensato che sarebbe stato utile che tu sapessi...”
“Ministro. Perche’ non avvisare gli Auror? Perche’ venire da me?”
“Ecco, ritengo che tu sia un ragazzo capace che...”
“Che forse avrebbe indagato meno sui vampiri, e piu’ su Voldemort.”
Qualcosa ando’ di traverso al ministro. Non riusciva a rispondere tra un colpo di tosse e l’altro, ma Harry gli risparmio’ l’incombenza: “Ottima idea, Ministro.Non mi dispiacerebbe restituire al Cavillo un po’ di meritato prestigio, ma ho altro da fare, ed evidentemente i Vampiri non sono poi creature cosi’ malvage. Come non lo sono i Mannari.”.
Si alzo’ e si avvio’ verso il portone di Hogwarts, lasciandosi alle spalle i colpi di tosse di Scrimgeour.
 
Harry era sopreso che Malfoy provasse ammirazione o stima verso di lui. Certo, sapeva che Cho era nonostante tutto una persona amica. Ed erano anche i piu’ avvicinabili tra coloro che provavano affetto nei suoi confronti, essendo di fatto da lui, in un modo o nell’altro, lontani. Mentre afferrava il battente, pero’, Harry si chiese con costernazione chi sarebbe stato il terzo Comprimario. Respinse una lacrima dentro di se, e decise che doveva stare da solo almeno per qualche ora, e pensare. E piangere, forse.
 







 
Carta Personaggio: Ministro della Magia

< Modificato da Taym -- 2007-05-14 15:34:38 >



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(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 46
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-05-19 13:23:00   
Miko


Messaggi: 1118
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Da: Magna Aprilia
Status: offline
Capitolo XLIII- Ritorno alla camera dei segreti
 
Tornando dall'incontro con il ministro Harry sentì di dover riflettere prima di avvertire i suoi amici, e poi con un comprimario ancora in giro era davvero il caso di raccontare tutto ai suoi amici?
Così rientrando nella sala comune prese da parte la McGrannitt dicendo che non si sentiva bene e che avrebbe saltato le lezioni per quel giorno.
Fatto questo uscì precipitosamente dalla sala comune guardando appena i suoi amici che di rimando lo guardarono con interrogativi.
Salì di gran carriera alla torre dei Grifondoro e corse in camera sua, dal sue baule ben nascosta pescò la bacchetta di Godric e prese a fissarla intensamente cercando di raccogliere i pensieri e le idee.
Si chiese chi fosse il terzo comprimario, uno ad uno i visi dei suoi amici gli danzarono davanti agli occhi Ginny, Ron, Hermione Neville...
Il solo pensiero che uno di loro potesse essere sotto l'influsso dell'imperius gli dava dei lancinanti dolori di testa.
Poi guardò di nuovo la bacchetta si chiese come annientarla, penso alla coppa a dove potesse essere...
Pensò al Red T. Troll e si chiese come aveva fatto a non capire prima.
Il male si annidava dentro Hogwarts e lui si sentiva impotente, avvertire l'ordine non avrebbe avuto
senso, era assolutamente certo che non gli avrebbero creduto, Lo stesso Abeforth non aveva il carisma
del fratello e sebbene per certi versi glielo ricordasse si chiedeva come avesse potuto commettere un simile errore...
Penso anche alla seconda profezia e mentre si chiedeva come avesse potuto sconfiggere Lord Voldemort, finalmente
la stanchezza cedette il passo al sonno e si addormentò...
 
Harry aprì gli occhi e si trovò in un posto che aveva già visto...l'aveva visto nei suoi ricordi più tristi
dalla sfida finale del torneo tre maghi, quando per la prima volta si trovò faccia faccia con il suo nemico
e quando Cedric Morì davanti ai suoi occhi...Si trovava al cimitero abbandonato di casa Riddle.
La statua al centro gli riportò alla memoria gli accadimenti di quella sera e si senti mancare, pervaso
da una bruttissima sensazione che gli attanagliava lo stomaco.
Si guardò intorno ma questa volta a differenza dell'ultima volta in cui era stato li non sembravano esserci nemici
e non percepiva l'aurea di morte che accompagnava da sempre Voldemort.
Portò istantaneamente la mano sulla cicatrice ma era dal giorno del suo compleanno che non gli doleva più
e si chiese se tutto sommato fosse un bene o un male!
Cominciò ad aggirarsi fra le tombe silenziose più spaesato che spaventato, quandò udì una voce indistinta...
"SSSS-Ciao Potter-ss" Harry trasalì cercando l'origine di quella voce ma sembrava provenire dalle tombe stesse, da sopra, da sotto da destra e da sinistra.
"Ccc-hi è?" pronunciò in tono spaventato.
"Sssono io il tuo nemico...la tua Nemes-si"
Ma ad Harry proprio non sembrava la voce di Voldemort si girò e finalmente da dietro la statua al centro del
cimitero comparve un enorme serpente una figura scura e strisciante che puntò verso di lui minacciosamente ma
che si fermò a metà strada alzando la testa e mostrando la sua lingua sibilante.
"SSSS è bello ogni tanto ssscambiare 4 chiacchiere con chi ci capisce... mi annoio a parlare ssolo con  il Padrone"
Harry avrebbe voluto fare qualcosa, qualsiasi cosa ma il terrore lo inchiodò li dove si trovava e non potè
proferire parola e con orrore constatò che non aveva con se neanche la sua bacchetta.
"Cos-sa C'è Harry hai Paura...Mi ssi dice che parli Sserpentese, ma sso anche che non sei un amico dei rettili...
Il bassilisco del padrone ne ssa qualcosa.."
Un lampo di comprensione attraversò per un momento la mente di Harry ma fu solo un momento e finalmente sentì sciogliere
il nodo che lo attanagliava.
"Non sono affatto nemico dei serpenti... ma di chi li comanda è il tuo padrone che odio non te!"
"Ma io ss-sono il mio padrone e il mio padrone ss-sono io quess-to dovresti saperlo ormai..."
Un nuovo lampo di comprensione attraversò la sua mente più convinto questa volta.
Ma era tardi... perchè Nagini cominciò a muoversi intorno a lui avvogendolo in spirali sempre più strette.
"Io ti ucciderò e poi ucciderò LUI!"
Pronunciò questa frase con convinzione e determinazione, persino il serpente sembrò avere un attimo di esitazione
"Parole vuote e inutili per chi ss-sta per MORIRE!!!"
E detto questò Nagini si avventò su Harry piombandogli addosso...
 
Il brusco risveglio di Harry mando per aria tutto quello che era sulla scrivania e con il terrore negli occhi
constatò che era stato solo un sogno, un brutto songo, ma lo erà stato davvero?
Raccolse gli oggetti caduti e pensò a Voldemort che non si separava mai da Nagini, pensò al giovane Riddle e al
suo basilisco, ricordò Minus che scomparve nelle tubature e ad un tratto seppe...
Seppe dove trovare la coppa, dove trovare Nagini e come far venire allo scoperto il terzo comprimario.
Era tempo di passare all'azione era tempo che la Camera dei Segreti fosse aperta di nuovo...
 
Raccolse la bacchetta di Godric la nascose vicino alla sua e si diresse di corsa verso l'uffico del preside a chiedere spiegazioni
Pronunciata la nuova parola d'ordine (Struffoli al miele) la scala apparve e lui salì di gran carriera.
Trovò Abeforth alla sua scrivania intento a parlare con i suoi predecessori e un moto di affetto e dolore
lo percorse quandò vide il sorriso bonario provenire dal quadro che ospitava Silente.
"Ebbene Harry mi sembri determinato e arrabbiato come mai ( ) ?"
Harry prese a mostrare al preside l'anagramma  di Red Tomdov Roll e lo guardò corruciato chiedendogli com'era
possibile che ad una persona come lui fosse sfuggito questo particolare.
Abeforth non rispose limitandosi ad annuire e portando le mani giunte davante al naso aquilino lo stesso di Silente pensò Harry.
Ma fu proprio il vecchio preside a parlare dall'alto del suo quadretto.
"Harry ragazzo mio... non credi che il modo migliore per controllare un nemico sia averlo letterelmente sotto il naso?"
Un leggero e astuto sorriso increspò il viso di entrambi i fratelli.
"Quindi voi sapevate?"
"Da sempre Harry" fu abeforth a parlare stavolta "Ma abbiamo preferito non dirvi niente perchè Voldemort credesse di
essere al sicuro." Di nuovo notò Harry anche Abeforth non aveva paura a pronunciare il suo nome.
"Ma...", cominciò il ragazzo con tono ancora alterato.
"Nessun ma Potter!" disse in tono da preside questa volta Abeforth, ma proseguendo il suo tono si addolcì immediatamente.
"Avevamo bisogno di sapere se la coppa fosse davvero un Horcrux, avevamo bisogno di sapere dove fosse
Nagini e ancora non sapevamo abbastanza sui comprimari e sul rito mortale del potere supremo..."
"...Ma ora ne sappiamo abbastanza sembra, vero Harry?" finì Silente.
Harry annuì raccontando del sogno e dei suoi sospetti sulla Camera dei Segreti.
I Silente annuirono e Abeforth disse: "Si è abbastanza ovvio anzi mi domando come abbiamo fatto a non pensarci prima"
"Ho intenzione di andare stasera e cercare di recuperare la Coppa e se possibile uccidere Nagini" disse il ragazzo in un tono che non
ammetteva repliche...
"NO! Harry questo è meglio che lo lasciamo fare a qualcuno più adatto presto arriveranno a scuola Tonks, Lupin e Malocchio"
E' un lavoro da Auror questo il tuo compito è di trovare il terzo comprimario e in fretta se non vuoi
che il rito mortale si compia e Voldemort diventi troppo forte anche per l'ordine."
Abeforth annuì alle parole del fratello e congedò Harry che sembrava tutt'altro che soddisfatto, ma non potè far altro
che abbassare il capo e stringere i pugni.
 
Raggiunse i suoi amici per l'ora di pranzo, raccontando l'accaduto e il colluquio con i presidi, evitando però di parlare
del rito mortale del potere supremo.
"Si mi sembra che tutto tornì ora, ma anche Troll a questo punto avrà dei sospetti" disse Hermione.
"Si sono convinto che agirà prestissimo", confermò Harry.
"Volete dire che agirà a Hogwarts?" disse Ron in tono tremante.
"Che cosa pensavi tonto di un fratello?", fu Ginny a parlare acidamente.
"Io hhh-o paura" fu l'unico commento di Neville.
"Cosa facciamo Harry?" disse Ginny guardando il maghetto dritto negli occhi.
"E' semplice... stanotte apriremo la camera dei segreti!" Lo disse senza esitazione e con assoluta calma.
"Ci sto!", fece subito Ginny!
Ma Ron e Neville sembrarono alquanto riluttanti...
"Sembra avventato e anche contro quello che ci hanno suggerito, ma il tempo stringe e credo che non abbiamo
alternative.", fu Hermione con il suo miglior tono da maestrina tirato a lucido per l'occasione a parlare.
"Allora è deciso!Ron?", disse Harry
"S-si certo, se vengono Hermione e Ginny perchè dovrei aver paura io?" ma gli occhi di Ron sembravano contraddire
quanto appena affermato.
"Neville?"
"Beh ecco io non è che abbia paura...ma forse ecco...", "Cosa Neville?" chiese Hermione gentile.
"Forse vi servirà  qualcuno che tenga aperta la camera e potrei essere più utile li che sotto non credete?"
"Bene Neville, allora tu farai la guardia all'ingresso" disse Harry
"Perchè non posso farlo io, sarei un guardiano migliore!" pensò Ron ma non lo disse.
"Allora è deciso stanotte a mezzanotte in sala comune ci vedremo là" sentenziò Harry e la seduta fu tolta.
 
 
Carta Luogo-Cimitero abbandonato


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Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
Messaggio #: 47
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-05-22 14:58:21   
Arwen


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Capitolo XLIV - Un'amara sorpresa




Per tutto il pomeriggio Harry non si fece vedere dai suoi amici…trascorse diverse ore a guardare il lago e a concentrarsi per l’imminente nottata, mentre loro erano a lezione o tentavano di studiare. Mucchi di pensieri si accumulavano nella sua mente, tra l’identità del terzo Comprimario, il modo di annientare gli Horcrux, e così via…poi un pensiero lo trafisse come una freccia in piena testa: quella sera, appena dopo la cena, avrebbe dovuto presentarsi nell’ufficio di Roll per la punizione!
“Come ho fatto a scordarmene?” si rimproverò Harry cadendo in una sorta di sconforto. “Ora è probabile che salti tutto il piano!” …ma poi, quale piano? In fondo avevano pensato di scendere nella Camera dei Segreti, ma un piano d’azione vero e proprio non l’avevano. Si sarebbero affidati all’istinto come sempre.
 
All’ora di cena sedette accanto a Ron e Ginny al tavolo dei Grifondoro, nei posti di fronte a loro Neville ed Hermione. Con la morte nella voce disse loro dell’impegno che avrebbe avuto di lì a poco con Roll e lo sconforto parve dilagare sul volto di tutti, specialmente su quello di Ron, ma non su quello di Ginny.
- Ascolta Harry, – disse con sicurezza – Roll non può trattenerti oltre una certa ora. Se ti presenterai da lui avrai modo di creare un diversivo! Noi saremo pronti ad agire al tuo ritorno in Sala Comune, e lui penserà che essendoti sorbito la punizione, per stasera non farai altro, no?
Il discorso in effetti sembrava funzionare.
- Noi da soli non possiamo entrare nella Camera dei Segreti, perché tu solo parli il serpentese con cui si può aprire il passaggio, - sottolineò Hermione – e stando a quanto ha detto Silente, gli Auror non agiranno così repentinamente. Roll sarà quindi tranquillo, si spera, avendoti sotto il suo diretto controllo! Non può sospettare… Ehi, hai conservato l’incantesimo per occultare i propri pensieri, vero? Stasera sarà il momento giusto per testarlo!
- Ma siete sicuri? -  dubitò Neville mentre stringeva il bicchiere pieno di succo di zucca quasi come sfogo per sopportare il dolore – A me Roll non sembra così..così sprovveduto!
I quattro amici lo guardarono incerti.
- Neville, stai bene? – chiese Ginny
- Sì, certo…sono solo nervoso, tutto qua… - disse sfregandosi un graffio non rimarginato che aveva sul dorso della mano e che pareva fargli venire le lacrime agli occhi dalla sofferenza – Harry, sì.. Harry deve andare alla punizione! Per forza…

Un po’ di brusio ad un altro tavolo attirò l’attenzione degli studenti, erano i Corvonero. Cho Chang era stata attorniata dai suoi compagni e non si distingueva cosa stesse accadendo.
La cena era ormai finita e gli studenti di Hogwarts sciamavano fuori dalla Sala Grande in direzione dei propri dormitori. Hermione cercò con lo sguardo tra la folla ed individuò Luna, a cui fece cenno di avvicinarsi.
- Cos’è successo poco fa? – le chiese.
- Secondo me Cho è stata aggredita da un Lupo Mannaro! – disse Luna con convinzione – Tempo fa sul giornale di mio padre c’è stato un articolo molto approfondito sui Mannari, e Cho sembra rispondere a tutte le caratteristiche!
Harry e gli altri si scambiarono uno sguardo eloquente, per una volta le conclusioni di Luna non erano poi così distanti dalla realtà. Neville sussultava in preda ad un tremito che cercò di nascondere mentre sudava freddo.
- Ma…cosa le è successo? – trovò la forza di dire.
- Beh, è svenuta…non so se avete fatto caso a com’è pallida in questi giorni…c’è pure luna piena! – fece spallucce con la sua solita aria tra le nuvole – Ora però è meglio che vada…magari riesco ad indagare un po’! Pare ci siano stati degli strani avvistamenti nei pressi della nostra Sala Comune..
E così dicendo si allontanò salutandoli.
Harry si accorse che si stava facendo tardi, ma prima di raggiungere lo studio di Red T. Roll si voltò verso Ron e gli consegnò la bacchetta di Godric Grifondoro.
- Abbine cura! Non posso portare un Horcrux con me…se Roll si accorgesse che ce l’ho addosso potrebbe succedere di tutto!
Ron titubante annuì. Non c’era bisogno di parole, si sarebbero visti qualche ora più tardi nella Sala Comune, pronti ad agire…ma nonostante tutto Ginny si avvicinò ad Harry e gli diede un caloroso bacio sulle labbra. Lo guardarono dirigersi verso il secondo piano, poi scomparve dalla loro vista.
 
A distanza di un giorno eccolo di nuovo lì, nel corridoio che portava allo studio di Roll, questa volta senza Mantello dell’Invisibilità, era lì in veste ufficiale. La porta era socchiusa e dall’interno eruppe una voce: - Entra, Potter!
Harry entrò. Regnava la penombra e dove la sera prima si trovava il Pensatoio si ergeva ora un armadio senza maniglie, che evidentemente lo celava per intero. Voldemort, nelle sue sembianze di professor Red T. Roll occupava lo scranno dietro all’antica scrivania piena di pergamene e strani oggetti.
- Non ti chiedo di accomodarti perché stasera, Potter, tu imparerai cosa vuol dire Rispetto…imparerai cosa vuol dire Umiltà e Servilismo nei confronti di maghi più potenti di te. – Il suo labbro si produsse in una smorfia divertita…lo sguardo di Harry non riusciva a nascondere la sfida e la rabbia.
– Cos’è, vuoi provare ad attaccarmi? – disse agitando pigramente la bacchetta con la mano – Già una volta hai fallito… - il tono di sfida ora era il suo. Harry continuava a tacere, cercando di trattenere qualsiasi istinto gli si presentasse, ma Roll proseguì: - Stasera mi obbidirai!
Gli puntò la bacchetta contro ma non fece in tempo a pensare alcun incantesimo che Harry sguainò la propria bacchetta pronunciando, anzi gridando: “Expelliarmus”!
Voldemort e la sedia su cui era seduto vennero sbatacchiati verso il muro. Rialzandosi disse:
- Non è il tipo di punizione che avevo in mente, ma ti vedo così attivo che non vedo perché non divertirmi un po’! – Le sue parole non erano più semplicemente divertite, avevano assunto il suono della minaccia.
Harry ripetè a mente l’incantesimo di dissimulazione dei pensieri in attesa dell’attacco di legilimanzia da parte di Roll, attacco che non si fece attendere!


Carta Incantesimo o Pozione: Expelliarmus


< Modificato da Arwen -- 2007-05-22 15:01:26 >



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(Risposta a Miko)
Messaggio #: 48
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-05-29 1:13:52   
Haisonder

 

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Da: Nenuial
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Capitolo XLI:
Il Branco del Principe Risorto

 
L’urlo angosciato di Harry si levò dalla torretta del castello  ..
 
L’Oscuro Signore, in un istante, si prese tutto: dolori, sofferenze, amori, segreti ..
A nulla valsero le vuote formule di dissimulazione imparate da Piton: la volontà del Ragazzo che era Sopravvissuto venne spezzata dalla furia del male ed in un istante tutto venne svelato.
Harry cadde in ginocchio, la testa tra le mani, i lineamenti contratti e sconvolti di chi rivive, in un momento, ogni sofferenza della propria vita.
 
Lontano, nelle profondità della Foresta Proibita, un lupo rispose alle grida strazianti del ragazzo: un ululato selvaggio, e crudele a cui presto fecero eco altri, e altri ancora.
 
 
Al centro della radura nascosta ardeva, sinistro, un fuoco spettrale: un ragazzo dall’incarnato pallido e gli occhi spiritati stava in piedi davanti al calderone che ribolliva sul focolare improvvisato ..
Attorno a lui lupi, lupi ovunque .. le lingue penzoloni, gli occhi che scintillavano al riflesso delle fiamme, l’espressione crudele ..
Occupavano la radura, un branco famelico, in attesa ..
Al di sopra del pentolone, il riflesso perlaceo di colui che un tempo era stato il Principe Mezzosangue aleggiava a mezzaria ..
In un silenzio innaturale rotto solo dallo scoppiettare del fuoco sotto al calderone, lento lo spettro di Severus Piton si inabissò nel liquido che ribolliva.
“E’ giunto il momento .. Draco”
Ingiunse, secca, la voce del fantasma.
Malfoy annuì, poi prese un ampolla dalle pieghe del manto e ne rovesciò il contenuto nel paiolo: una polvere grigia, sottile, quasi impalpabile ..
“Ceneri del Padre .. Donate Senza Consenso .. Prese con la Forza .. e con l’Omicidio”
Disse, ed i vapori si tinsero di grigio assumendo nell’aria volute distorte: una figura severa si formò nella nebbia spettrale .. poi si dissolse .. lentamente ..
Draco prese poi un foglio di carta più volte piegato su se stesso: aveva la forma di un areoplanino .. la punta era macchiata di scuro:
“Sangue del Nemico .. Strappato con l’Astuzia .. Sottratto di Nascosto”
Sussurrò il ragazzo, lasciando cadere la carta nel paiolo
Il vapore all’istante mutò colore, assumendo il nero del male, e della notte.
Il silenzio era pesante, nella radura ..
I lupi fissavano come affascinati le fiamme, il ragazzo .. i neri vapori del calderone ..
Poi Malfoy estrasse un pugnale dal manto nero, e con un movimento solenne lo portò ad un lato del viso .. rimase un istante immobile, glaciale ..
Poi la lama scattò, rapida: il lobo dell’orecchio di Draco, mutilato. cadde nel paiolo:
“Carne del Servo .. Donata per Fedeltà .. E Gratitudine ..”
I vapori all’istante si tinsero del rosso del sangue, del sangue che scorreva sul viso del ragazzo, del sangue che sarebbe stato versato quella notte, del sangue che sarebbe stato versato in tutte le notti a venire ..
Severus Piton, il Principe Mezzosangue, si sollevò possente, a nuova vita, nella radura nel profondo della Foresta Proibita.
Levò le braccia in alto, al cielo nero ed alla luna piena, rizzandosi in piedi, dentro al calderone ..
 
Una selva di ululati accompagnò il suo gesto
 
 
“Gli Horcrux! I Frammenti della mia anima!”
Il volto del Signore Oscuro era distorto dalla ferocia, trasfigurato dal disprezzo:
CRUCIO!
Ruggì, la bacchetta distesa dinnanzi a se .. un ondata di dolore folle e lanciante che colpì Harry, strappandogli un altro urlo di sofferenza: il ragazzo, a terra, bocconi, annaspò, alla ricerca d’aria e di un attimo di lucidità ..
“Tu e Silente pensavate di annientarmi così .. distruggendo un pezzettino di me alla volta .. “
CRUCIO!
Ruggì ancora Red T. Roll, Lord Voldemort, gli occhi ridotti ad un fessura sottile, crudele .. e l’urlo straziante di Harry riecheggiò di nuovo nella notte
CRUCIO!
“Patetici”
Cantilenò, ironico, ColuiCheNonDeveEssereNominato:
“Non possedete un briciolo di Potere .. Tutto l’amore di cui blaterate .. Tutto l’amore che professate .. Nulla .. Nulla sono in confronto all’Odio!”
CRUCIO!
“Lo senti, Potter? Lo senti il potere dell’Odio?”
CRUCIO!
Harry, a terra, stremato, cercò di connettere, disperato, mentre nuove convulsioni lo scuotevano ..
 
Poi, perse i sensi ..
 
Non si accorse delle spire che lo avvolsero, incatenandolo, imprigionandolo ..
 
Non si accorse delle parole che vennero sibilate ..
 
Non si accorse delle pietre che si scostarono rivelando un passaggio nascosto
 
Non si accorse del cunicolo sotterraneo in cui venne condotto
 
L’oscurità scese su di lui .. ma lui non si accorse più di nulla ..
 
 
Draco Malfoy chinò il capo davanti al Principe Mezzosangue, appoggiando la bacchetta sulla fronte in segno di saluto, e di rispetto
“Questo, Maestro, il Branco che ho radunato per te ..”
Severus Piton, il Principe Risorto, parve assaporare, per un istante, la sensazione della bacchetta magica di nuovo nella propria mano .. poi, lo sguardo esaltato, sollevò gli occhi ad ammirare i Lupi Mannari raccolti attorno a se: confusi nella bestia, riconobbe gli studenti della sua casa, sbranati nel corso dell’anno scolastico .. Tiger e Goyle .. Ma anche Zabini, Patsy Parkinson, Millicent Bullstrode  .. e poi altri .. molti altri ancora ..
Osservò Cho Chan abbracciare da dietro Malfoy, e leccargli lasciva la guancia, pulendo il ragazzo del sangue rappreso, mentre gli occhi fissavano, corrotti e annebbiati, quello che una volta era stato il suo professore ..
Il Principe Risorto annuì, una smorfia sul viso ..
“Mi hai reso un grande servigio, questa notte .. Ed io ti eleverò per questo, sopra a tutti gli altri ..”
Lo sguardo di Draco scintillò .. poi Piton proseguì, a voce più alta, stentorea:
“Questa notte un nuovo ordine è sorto ..”
Lo sguardo del Principe Risorto abbracciò tutto il branco:
“L’era dei Maghi è finita! .. Questo ..”
Fece una pausa .. poi proseguì:
“Questo è l’avvento del Regno dei Lupi!”
Ululati ruppero il silenzio della notte: Piton li ascoltò, compiaciuto, poi, fece un gesto, secco, con la mano .. ed il Branco del Principe Risorto sciamò verso il castello.
 
Una notte di terrore era appena iniziata.
 
 
“Eccoci, Potter ..”
La voce del Signore Oscuro si insinuò, velenosa, nella sua mente .. ancora intontito dal dolore, privo della bacchetta e della forza, Harry giaceva riverso sul pavimento di pietra.
“Eccoci nel luogo in cui, a forza, volevi penetrare questa sera ..”
Lord Voldemort era in piedi, sopra di lui ..
Si trovavano nel mezzo di un cerchio di ossa sbiancate, al centro di un enorme stanza sotterranea.
“Ti ho fatto un piacere .. non sei contento? Ti ci ho portato io ..”
Harry, sollevò lo sguardo ed ebbe un tuffo al cuore quando riconobbe l’enorme volto in pietra di Salazar Serpeverde che torreggiava, sinistro e minaccioso, sopra di lui ..
Era già stato in quel luogo ..
 
Era già stato nella Camera dei Segreti ..
 
 
CARTA LUOGO
Camera dei Segreti
 

< Modificato da Haisonder -- 2007-05-29 1:22:20 >

(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 49
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-06-06 17:00:23   
Erebel


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Capitolo XLII: Paura e coraggio

Harry strisciò ansimante, allontanandosi da Voldemort. Il Signore Oscuro lo fissava negli occhi, con uno sguardo quasi febbricitante, data la soddisfazione nell’aver messo in scacco il suo misero avversario. Passeggiava lentamente di fronte a lui, pregustandosi il momento. Godeva nel veder soffrire Harry, quello sciocco ragazzo che osava frapporsi fra lui e il suo trionfante ritorno da anni... ma ora nulla poteva impedirgli di compiere il suo piano!
- Ora, Potter....tu mi dirai....ogni cosa!! - sibilò feroce Voldemort, puntando nuovamente la bacchetta verso Harry.
Harry si ritrasse, cercando nella sua mente di ricordare quanto aveva appreso ad Occlumanzia. In cuor suo, maledisse quelle lezioni e sé stesso, per aver ceduto all’odio infantile verso Piton anziché essere riuscito a difendersi come voleva dalla mente del mago oscuro. La paura, mista all’odio, annebbiarono la sua mente, e non fu in grado nemmeno di pensare ad un incantesimo di difesa, che Voldemort lo colpì ancora una volta con la maledizione Cruciatus.
- CRUCIO!! DIMMI DOVE SONO I MIEI HORCRUX...!
Tra le urla, Harry riuscì solo a dire
- Non....lo soo....Aaaaaaarghh!
- DIMMELO!!! CRUCIO!!
Scintille rosse sgorgarono dalla bacchetta di Voldemort a colpire ulteriormente il giovane...

Nella Sala Comune, Ron, Hermione, Ginny e Neville si erano riuniti ormai da oltre mezz’ora. Non vedendo arrivare Harry, l’umore del gruppo era molto nervoso.
- Ma insomma, perché non torna?? Troll avrà mangiato la foglia? Io non riesco a pensarci...! - disse allarmatissimo Ron.
- Calmati, Ronald! - gli fece eco Hermione - Ancora non sappiamo come siano andate le cose. Aspettiamo ancora qualche minuto... - e nel farlo, passeggiò nervosamente su e giù per la sala, con l’aria di chi stava architettando qualcosa.
- Io ho una bruttissima sensazione, ragazzi - aggiunse Ginny, con gli occhi umidi. - Dobbiamo andare lì...se per caso...gli succedesse qualcosa, io... - e scoppiò in lacrime abbracciando il fratello, che non sapeva se consolarla o piangere anche lui.
- Sì, dobbiamo raggiungerlo! - fece deciso Neville, stringendo i pugni. Non avrebbe mai lasciato Harry in preda a Voldemort! Nemmeno a costo della sua stessa vita!
- D’accordo- disse Hermione, vedendo che la lancetta dell’orologio scorreva senza che harry facesse ritorno. - Andremo lì, ma dobbiamo trovare il modo di entrare nella Camera. Ci avete pensato?
Tutti la guardarono un po’ atterriti... evidentemente, no.
- Hermione - disse Ginny - ti prego, escogita qualcosa, e in fretta! Sento che Harry...sta soffrendo! - e così dicendo si passò una mano su ventre, quasi a proteggerlo.
- Potremmo provare con... ma non so se riuscirebbe - disse Hermione, scuotendo la testa.
- Certo che riuscirà! Tu sei la migliore! - fece con forza Ron, facendo scappare un lieve sorriso sul volto della strega.
- Ok, andiamo. Ginny... forse tu dovresti restare qui - disse all’amica con uno sguardo piuttosto eloquente.
- Sì...penso anche io - le rispose Ginny -, non me la sento di venire, ora.
- In compenso - continuò Hermione - potrai metterti in contatto con l’Ordine, e avvisarli di darci una mano, subito! - concluse, mettendo una mano sulla spalla della ragazza. Ginny annuì, asciugandosi le lacrime, con uno sguardo deciso, anche se fragile.
- Coraggio ragazzi...andiamo!
Ron affidò a sua sorella l’involucro contenente la bacchetta di Godric, e l’abbracciò forte.
Il gruppo si diresse verso il corridoio della Camera dei Segreti, di gran carriera. Sapevano che solo Harry o chi sapesse il serpentese poteva aprire quella porta, ma Hermione sembrava decisa a tentare.

All’interno della Camera, Harry si sentiva stremato, a un passo dalla capitolazione.
- DOV’E’ l’anello?? DIMMELO!!
- Di....strutto! - riuscì a esalare Harry, non senza un po’ di soddisfazione.
Voldemort fece una smorfia di rabbia e si accanì ancora contro Harry.
- MALEDETTO!!
Nel dolore, Harry d’un tratto percepì qualcosa...una presenza... no, una voce, si fece strada nella sua mente. Era come una canzone lontana, come un sussurro, ma era rassicurante...Harry si concentrò a lungo, fino a che non riuscì a distinguere le parole della voce femminile:
- Apri la Camera, Harry...siamo qui!
Hermione! Pensò Harry, e un lampo di speranza e di vigore fece rinsavire il ragazzo.
- Protego! - esclamò Harry, ed uno scudo magico si materializzò di fronte a lui. Per un attimo, poteva intercettare le maledizioni del Signore Oscuro.
- Sciocco!! Non ti servirà a nulla...! - ridacchiò Voldemort, lanciandosi contro lo scudo.
Ma a Harry serviva solo un attimo: pronunciò le parole in serpentese e la porta della Camera dei Segreti si spalancò, lasciando entrare i suoi amici, bacchette alla mano, pronti a combattere.
Voldemort fu colto di sorpresa per qualche istante, ma a nulla valsero gli sforzi di Harry di proteggersi dalla sua furia.
CRUCIOOOO!! - colpì nuovamente Harry, mentre i suoi amici si preparavano all’attacco.
- DIMMI DOVE SONO GLI HORCRUX, POTTER! DIMMELO!!
A quel punto, Ron fece una cosa che non avrebbe mai pensato di poter fare, in vita sua. Fece un passo avanti, afferrò qualcosa che aveva in tasca e si rivolse a Voldemort.
- Vuoi un Horcrux?? Bene, eccotelo qui!!
Voldemort si girò verso il giovane Weasley, con un sorriso beffardo, interrompendo la tortura di Harry.
- Bene, giovane stolto...vedo che non hai perso completamente la ragione - ringhiò verso Ron. - Consegnamelo!
Ron aprì la mano e il medaglione di Serpeverde, che aveva conservato fino ad allora, luccicò.
- Accio! - strillò Voldemort, facendolo schizzare dalla mano di Ron alla sua, con un sorriso grottesco sul volto deforme.
Approfittando dell’attimo di distrazione di Voldemort, Hermione lanciò il suo Incanto Patronus. Una lontra argentata enorme si formò nella stanza, a proteggere i ragazzi. Ron corse verso Harry assieme a Neville, e lo issarono sulle proprie spalle, mentre Hermione teneva la bacchetta puntata verso Voldemort, che era intento ad aprire il medaglione e che ancora non reagiva.
- Presto, verso la porta - strillò Hermione!!
Mentre i ragazzi correvano verso la porta, Voldemort lanciava un urlo straziante che li terrorizzò: aveva scoperto che l’Horcrux contenuto nel medaglione era stato annientato.

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Carta Horcrux:
Sigillo di Serpeverde


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 50
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-06-12 22:12:00   
Taym


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Capitolo XLIII
La forza della Magia

 


“Maledizione! Che il furore della mia ira si abbatta su di voi!”, sentirono urlare alle loro spalle. Un lampo li avvolse, ma non ne sentirono l’effetto. Sbalzati a terra, eppure incolumi, si alzarono velocemente tanto quanto poterono, ma Neville, in piedi, gli sbarrava la porta. Una smorfia di dolore gli deformava il volto, e lacrime scendevano sulle sue guance.
“Uccidetemi, vi prego. Uccidetemi!”
“Neville! No, non tu!” disse Harry con l’ultimo fiato che aveva in gola.

Neville avanzò, animato da una forza non sua, ed afferrò Harry alla gola, spingendolo indietro verso Voldermort. Ron ed Hermione tentarono invano di fermarlo. Evidentemente erano troppo deboli per contrastare la forza oscura di un Comprimario.
“Bravo Paciok, piccolo, sciocco magonò….”
“Non sono un magonò, maledetto!” rispose tra le lacrime Paciok, mentre ancora il suo corpo si muoveva contro la sua volontà. Alle sue spalle, facendosi strada tra i ragazzi atterriti, un lupo degenere si fece strada verso Neville.
“Ordina al tuo degenere di infettare Potter, ora!”
“No! Morirò piuttosto!”
“Sciocco Paciok. Fai come ti dico, o ti ridurrò di nuovo al piccolo magonò senza futuro che eri!”
“Non sono mai stato un magonò, viscido bastardo!” . Paciok dimostrava, nella sofferenza, di accrescere quella volontà che gli era mancata tutta la vita. I piedi di Harry, ormai esanime, continuavano a trascinarsi sul pavimento, mentre Neville lo spingeva suo malgrado contro la morte.
“Si che lo sei stato, ragazzino. Solo io ti ho concesso il dono di controllare la magia, che tu lo creda o meno!”
“Se è così, hai commesso un errore, schifoso. Finché il rituale non sarà compiuto avrai bisogno di me, e fino ad allora avrai il mio odio. Ho solo la parola, ma la userò finché vivo!”

“Neville, di cosa stai parlando?”, urlò Hermione disperata ed impotente, mentre Ron era paralizzato dall’orrore.
“Hermione, si chiama Rituale Mortale del Potere Supremo! Ora ricordo, ma cessato l’effetto di questa sorta di Imperius tornerò a dimenticare! Uccidimi ora! Uccidimi prima che riesca a riprendere il controllo della mia parola! Uccidimi ti prego, o Harry Morirà. Io sarò morto comunque!”


“Fai silenzio, sciocco magonò”, ruggì Voldemort, “o ti farò impazzire di dolore come i tuoi stupidi genitori, incapaci persino di infonderti le più mediocri doti magiche”.
“Non sono mai stato un magonò! Tu menti, bastardo! Manto Buio, attaccalo! Attaccalo!”


Ron ed Hermione assistettero all’incredibile balzo del lupo degenere che si scagliava contro Lord Voldemort, spinto da Neville, lacrime agli occhi, mentre trascinava con forza inumana Harry, svenuto, verso il signore Oscuro.
Manto Buio afferrò Voldemort ad un braccio, affondando i denti nella sua nuova carne, prima di essere colpito a morte dal signore oscuro, sanguinante.

Uno lampo di incredula sorpresa attraverò lo sguardo nero di Voldemort, che arretrò di un passo, e poi di un altro sentendo la porta del suo ufficio spalancarsi.


L’intero ordine della Fenice era penetrato nella stanza, insieme a Ginny Weasley, che ora fissava Voldemort dritto negli occhi.
Ed infine, anche Aberforth Silente varcò la soglia, con lenta determinazione.

“Sciocchi”, mormorò Colui che Tutti sembravano ormai voler Nominare. E, con un balzo, svanì.
Neville crollò a terra accasciandosi sul corpo di Harry, come una marionetta i cui fili fossero stati all'improvviso recisi.
Hermione gli corse accanto. “Neville, cosa è successo? Ti prego, dimmi tutto!”

Mentre tutti circondavano i due ragazzi, Neville raccontò:
"E’ un Rituale orrendo… Mi controllava, ma non è mai riuscito a controllare le mie parole, se non dopo molti sforzi. Forse perché sono un magonò, in realtà… Hermione… Voldemort non è invincibile. C’è una vulnerabilità in lui, ed ha a che vedere con Harry.
I lupi non riuscivano ad attaccare Harry…" La voce di Neville si spegneva lentamente.
"Ha preso altri, come me… Cho…  Hermione scusa, dì a Harry che…  Io non ricordavo, e quando ricordavo non potevo…"

 
“Neville, non sei un magonò. Che storia è questa?” lo scosse Hermione, sperando di capire prima che fosse troppo tardi.


“Diceva di avermi dato tutti i poteri. Gli ho creduto, perché anche i miei genitori credevano fossi un magonò, da bambino… Ma….”

“Ma non lo sei. Ti sei ribellato a Voldemort in persona, Neville!”

Neville incurvò la bocca in una smorfiza, che Hermione indovinò essere un sorriso. 
 
E svenne.


Aaberforth mise una mano sulla fronte del giovane  pallido mago, guardandolo con orgoglio, mentre in lontananza uno straziante latrare di lupi torturati sembrava farsi sempre più vicino.
"Portatelo in infermeria insieme al giovane Potter. C'è molto da fare ora."

 

















Carta Personaggio: magonò


< Modificato da Taym -- 2007-06-12 22:19:45 >



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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-06-19 14:20:59   
Miko


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Capitolo XLIV
La bacchetta dimenticata

Dopo aver rianimato Neville dallo spavento, l'intero ordine al completo schierato dietro Abeforth si preparava alla lotta finale con "Colui che Ormai Tutti Nominano".
Dietro il preside si ergevano fieri e dieterminati Ninfadora Tonks, Malocchio Moody, Remus Lupin, Fletcher e la McGrannitt, impassibile come sempre e ovviamente Ginny a cui dovevano il provvidenziale arrivo dell'ordine.
Silente disse "ebbene ragazzi è ora di scovare e distruggere lord Voldemort! Inseguiamolo ormai è in trappola! Sapete dove si nasconde?"
Harry senza la minima esitazione disse: "Beh non lo so ma di una cosa sono sicuro, non si può essere smaterializzato fuori dalla camera (infatti come è noto anche quest'anno a Hogwartc non ci si smaterializza, sebbene tale regola sembrava non valere all'interno della camera.)... e non se ne
può essere andato lasciando qua il suo fedele Nagini, perchè lui è qui, lo sento!"
Fu Malocchio a parlare dopo "il Rituale Mortale del potere supremo non è stato ancora completato, in questo momento è ancora vulnerabile e possiamo ucciderlo se ci assicuriamo di distruggere tutti gli Horcrux rimanenti!"

Detto questo il gruppo si mosse alla ricerca del serpente di Voldemort.
Con abeforth e la McGrannitt davanti i ragazzi (Harry, Hermione, Ginny, Neville e Ron) al centro e gli altri di retroguardia, il gruppo entrò compatto nel bagno accolti da una risata di donna alquanto petulante.
Hermione disse: "Non preoccupatevi è solo Mirtilla Malcontenta non ci darà noia!"
Ma non ebbe completata la frase che da una delle buie tubature della camera, all'improvviso un ombra oscura prese alle spalle Ginny una bacchetta apparve dalla manica e immediatamente venne puntata alla gola della ragazza.
Con risata tremula e occhi fiammeggianti, fu Bellatrix Lestrange a parlare "Ebbene... chi non muore si rivede, vi dispiacerebbe posare le bacchette a terra, prima che un Avada Kedavra riduca in polvere questa piccola odiosa Weasley?"
"Bellatrix no..." Fu Ninfadora a parlare
"No cosa, cugina? Vuoi forse impedirmi di servire il mio signore? Faresti bene a starmi a sentire e nasconderti Dietro quel sacco di pulci di Luna Storta che dici di amare...puah ridicola come sempre!"
Abbassando lo sguardo Ninfadora fu la prima a posare la bacchetta imitata dagli altri.

"Bene, bene cosa abbiamo qui... Neville! E' un piacere vederti lascia che ti saluti come ho fatto con i tuoi genitori! CRUCIO!!!! CRUCIO! CRUCIO!!!"
Il povero Neville piegato in 2 dal dolore privo di qualsiasi volontà si raggomitolò a terra.
"Basta Bellatrix così lo uccidi!"
"Harry Potter... cosa beli con quella tua linguaccia, vuoi forse che ti mandi a raggiungere il tuo amato padrino?Mi odi vero?
E' dal tuo odio che io traggo la mia forza e dopo che avrò fatto secchi i tuoi stupidi amici porterò te e Neville dal mio signore per completare il rito mortale, oh come mi ringrazierà...
E vedrai diventerò la sua favorita, fors'anche la sua amante con la quale condividerà il suo potere, non è meraviglioso forse?"
E rise ancora sguaiatamente.

Frattanto mentre Bellatrix continuava a parlare, Hermione sentì Ron esclamare "Miseriaccia...", e puntando gli occhi verso la direzione in cui guardava Ron vidè Ginny che lentamente era riuscita ad estrarre una bacchetta dalla sua di manica e ricordò; certo la bacchetta di Godric l'avevamo data a lei per custodirla Bellatrix non poteva saperlo...!
Contemporaneamente anche Lupin parve accorgersene e per creare un diversivo si gettò incontro alla mangiamorte privo di qualsiasi protezione.
Nel momento stesso in cui lei se ne accorse la Mangiamorte puntò la bacchetta verso di lui e iniziò a pronunciare il temuto incantesimo:

"A V A D A  K E D A V..."
"CARPE RETRACTUM!"

Ginny!
Appena la presa sul suo collo si fu allentata prese la bacchetta di Godric utilizzandola contro la mangiamorte con un incantesimo peraltro che nemmeno lei sapeva da dove fosse uscito....
Con Lupin a Terra fu il più lesto a raccogliere la bacchetta e puntarla contro Bellatrix, uno sguardo d'odio fiammeggiò dietro i suoi occhiali, persino Bellatrix parve spaventata per la prima volta: "Ora la pagherai per Sirious e i miei genitori e per quelli di Neville e per tutti quelli che hai fatto soffrire."
"No HARRY ti prego!"
Fu Ginny a parlare, ancora con la bacchetta di Godric in mano e frapponendosi proprio fra  Harry e Bellatrix "Non farlo, non essere come loro lascia che sia il Winzengamott a giudicarla e decidere la pena che le spetta!"
"Ma Ginny LEI voleva UCCIDERTI..."
"...Ma non c'è riuscita e se ora lo fai tu... non sei meglio di Voldemort e tutti i magiamorte!"
Harry sembrò vacillare alle parole della ragazza, tuttavia lo commosserò e sembrò ritrovare dentro di se la compassione, abbassando la bacchetta.
Regalando un cenno di comprensione a Ginny il cui volto sembrò rasserenarsi e ...
Non appena l'ebbe fatto la bacchetta di Godric sembrò illuminarsi da sola spargendo tutto intorno una calda luce tremolante che illuminava il viso di tutti.
Quando la bacchetta si spense fu Silente a parlare:

"Beh sembra proprio che il gesto di compassione di Harry e il coraggio della nostra Ginny abbiano appena annientato un altro
Horcrux!"

Bellatrix venne immobilizzata e il gruppo si mosse, guidato da Harry stavolta che sentiva più che mai vicina la presenza di
Nagini.





Carta Personaggio - Managiamorte

< Modificato da Miko -- 2007-06-19 14:34:50 >



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Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-07-03 16:39:32   
Arwen


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Capitolo XLV - In cerca di indizi



Il gruppo si spostava lungo i corridoi in direzione dello studio del preside. Harry precedeva tutti, facendo loro strada. A seguirlo nella fila c’erano la McGranitt e Ginny poi tutti gli altri ed in coda Fletcher che teneva a braccia Neville. Harry percepiva la presenza di Nagini, era incombente come se fosse anch’essa nel gruppo..o come se li stesse precedendo. I lumi lungo i corridoi erano consumati e la luce che si spandeva era fievole e vacillante, ma nonostante tutto permise ad Harry di notare un’ombra sospetta davanti a loro sfuggire via ad una biforcazione del corridoio.
Poi udì la voce, sibilante, che diceva: “Credi di essssere più ffforte del mio padrone? Nooo, lo sssscoprirai…piccolo presssuntuossso…” La sentì allontanarsi e a quel punto non pensò ad altro che non fosse seguire il serpente, che l’avrebbe condotto nuovamente da Voldemort, per poterli finalmente affrontare entrambi. Si voltò verso il gruppo e fece appena in tempo a dire “Devo andare!” che iniziò a correre in direzione dell’ombra che aveva intravisto, sparendo dietro l’angolo.
 
Ginny non stette a rifletterci ed iniziò a seguirlo a sua volta prima di perderlo di vista, ma il resto delle persone rimase interdetto. Bellatrix sghignazzò con perfidia
- Bene! E’ proprio quello che Lui vuole! - disse annuendo compiaciuta.
I membri dell’Ordine della Fenice si scambiarono occhiate eloquenti e preoccupate, ed in pochi istanti concordarono che Harry e Ginny non potevano andare da soli, così Lupin e Tonks corsero nella stessa direzione in cui avevano visto sparire i due ragazzi.
 
Harry seguiva il sibilo del serpente lungo i molti corridoi e le numerose scalinate del castello. Sentiva dietro di sé dei passi, qualcuno l’aveva senz’altro seguito, ma non poteva fermarsi altrimenti avrebbe perso la traccia che lasciava Nagini.
Passando accanto ad una vetrata che si affacciava nella notte, un lampo squarciò il cielo catalizzando il suo sguardo ed accecandolo per un istante. Dovette fermarsi per riprendersi del tutto, il rumore dei passi si faceva sempre più vicino ma prima di vedere chi lo stesse raggiungendo, fu inebriato dal dolce odore di fiori che contraddistingueva la sua Ginny. Si guardarono, ma fu un attimo fugace, perché la loro attenzione fu attirata da un bagliore proveniente dal limitare del bosco, su cui l’ampia vetrata di affacciava. Una moltitudine di cupe sagome stava emergendo dalla boscaglia, i loro occhi brillavano alla luce della luna…ed uno scintillìo era più accentuato degli altri, un oggetto metallico retto in mano dalla sagoma più buia di tutte che procedeva avanti, come se fosse il capo.
 
- Ah eccovi! – disse Lupin sopraggiungendo assieme a Tonks. – Per un attimo, non sentendo più nessun rumore abbiamo temuto di avervi persi.
- Harry cosa t’è preso? Perché sei fuggito così? Hai sentito qualcosa? – aggiunse Tonks allarmata riprendendo fiato.
Né Harry né Ginny emisero una parola, ma indicarono loro l’inquietante spettacolo che si apriva alla loro vista. Un brivido corse lungo la schiena di Lupin, che capì immediatamente quale fosse la natura di quella visione. Tonks rimase a bocca aperta ed i capelli assunsero una sfumatura grigio-violacea.
- Accidenti, Nagini! – esclamò Harry, che distratto dal lampo aveva accantonato il suo iniziale obiettivo di seguire il serpente.
- Nagini? – domandò Tonks.
- Sì, avevo sentito le sue parole…credo mi stesse parlando, forse mi stava volutamente conducendo da Voldemort! Ed ora l’ho persa…
Una mano si poggiò sulla sua spalla, era Ginny. – Harry, le cose da affrontare è evidente che sono più d’una. Cerchiamo di pensare bene… - fece una pausa, poi riprese rivolgendosi a Lupin – Professore, cosa dobbiamo fare? – Un lungo attimo di silenzio pesò sui quattro.
- Io devo andare lì fuori ed impedire che loro entrino. Spero che per una volta ascoltino un loro simile. Voi…voi sarebbe meglio che raggiungeste il resto del gruppo. Harry, non puoi pensare di affrontare Voldemort da solo, e se anche avessi seguito e raggiunto Nagini, avresti saputo cosa fare?
Negli occhi di Harry c’era determinazione e tanta rabbia.
- Sì – sospirò Lupin – Forse l’avresti saputo..
 
Il prato che separava il bosco dal castello era silenzioso a parte il fruscio emesso dall’eterogeneo esercito del Principe Risorto. Severus Piton in testa al branco di studenti e lupi ostentava una coppa metallica in mano, usurata dal tempo, ma finemente decorata…con un fregio dal soggetto animalesco. La teneva senza protezioni di sorta a contatto con la sua pelle di rinato ed avanzava minaccioso. Avvertì uno sguardo su di sé provenire dal castello, ma non se ne curò…di lì a poco tutti avrebbero visto e tutti avrebbero saputo!
Il portone d’ingresso era solo accostato, come lo avevano lasciato, uscendo, i Serpeverde guidati da Draco e Cho. Non ebbero difficoltà ad entrare e nessuno apparentemente si accorse della loro presenza a parte M.rs Purr che soffiò animatamente contro di loro, scappando col pelo arruffato in direzione dell’ufficio di Gazza.
Con una semplice e fredda occhiata, il Principe Risorto impartì a Draco un ordine già stabilito in precedenza e lui e Cho Chang si incamminarono verso la scalinata che conduceva ai piani superiori. Entrambi furono preceduti dai rispettivi lupi degeneri, che fiutavano qualcosa di specifico…il loro simile. Lo trovarono pochi istanti dopo, non lontano dall’ufficio di Silente. C’era il lupo, che si aggirava inquieto nei pressi della maestosa statua che celava l’ingresso dello studio del preside, ma non Neville. Un lampo negli occhi dei due comprimari ed il lupo di Neville ululò…
 
Lupin e Tonks arrivarono trafelati nell’ampio ingresso di Hogwarts, seguiti a ruota da Harry e Ginny. Davanti a loro: lupi, studenti di Serpeverde e al centro Piton.
- Bene bene… - sorrise viscidamente il Principe Rinato – ecco finalmente Potter! Ti aspettavo, ma non pensavo che avresti portato con te degli amichetti… Sai, sei in ritardo! Guarda un po’ chi sta arrivando!?! – disse indicando la scalinata.
In quel momento apparvero i tre degeneri e subito dopo Draco e Cho che reggevano Neville privo di sensi.
- A quanto pare Paciock ha bisogno del nostro aiuto! – e dicendo questo il branco di lupi si parò tra Piton ed Harry, impedendogli di vedere dove lo portassero e bloccandogli il passaggio. A quel punto Lupin si fece avanti, estrasse la bacchetta e la puntò contro il muro di lupi che avevano di fronte. A lui si aggiunsero le due ragazze, il cui intento era cercare di distrarli quel tanto che bastava affinché Harry riuscisse ad intrufolarsi oltre di loro per correre all’inseguimento del caro amico da salvare.
Ma Harry…





Carta Imprevisto - Amico da salvare

< Modificato da Arwen -- 2007-07-03 16:41:20 >



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(Risposta a Miko)
Messaggio #: 53
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-09-19 19:54:57   
Erebel


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Ma Harry…
 
Capitolo XLVI: La fine si avvicina

...era dilaniato dalla scelta di cosa fare. Salvare Neville era ovviamente cruciale, e per nulla al mondo avrebbe voluto lasciarlo nelle mani di quelle creature. Allo stesso tempo però, Harry era divenuto sempre più consapevole del suo destino, e non intendeva desistere dall’impresa di sconfiggere Voldemort. Sapeva che la sua missione era più importante di qualunque altra cosa, anche se la scelta sarebbe stata dolorosa. Si concentrò per un istante, e la fievole voce sibilante di Nagini tornò a farsi sentire, e con lei, Harry ebbe la certezza di compiere questo arduo passo.
Si rivolse a Lupin e Tonks e disse loro, quasi in un sussurro:
- Vi prego, occupatevene voi...io devo andare!
E prima che lo stupore dei presenti divenisse reale, Harry prese a correre verso uno dei corridoi laterali, come un fulmine.
- Cosa...? POTTER!! - tuonò Piton, vedendo sfuggire il suo rivale. - Inseguitelo! - gridò ai suoi seguaci, i quali sciolsero alcuni dei lupi in direzione della fuga di Harry.

Harry correva trafelato, cercava di raggiungere un punto che l’istinto gli suggeriva corrispondesse a dove Nagini poteva nascondersi. Allo stesso tempo, sapeva di essere inseguito, per cui mise in piedi una serie di ostacoli spostando rapidamente armature, statue e pietre dai corridoi, sfruttando qualche incantesimo. Arrivato di fronte a una porta di legno antico, senza pensarci due volte, si infilò là dentro, e chiuse dietro di sé il pesante chiavistello. Ansimante, ma sicuro di ciò che doveva fare, si girò ad esaminare la stanza.
- Lumos! - e la sua bacchetta prese a emanare un bagliore che rischiarava qualche metro attorno a lui. La stanza pareva essere un magazzino, piena di carabattole, vecchi banchi, tende impolverate e qualche topo. Harry cercò nuovamente di liberare la sua mente, e acuire le sue percezioni, nonostante il tumulto che si portava dietro, e i rumori dei lupi che si facevano sempre più vicini. D’un tratto, riuscì a sentire nuovamente la voce in serpentese: gli diceva abbastanza chiaramente di “scendere”. Ma dove?
Harry si guardò attorno, fino a quando la luce magica non inquadrò quella che sembrava una vecchia scala a chiocciola. Era di ferro battuto, quasi completamente arrugginita, e interamente ricoperta di ragnatele spesse come tessuti. Preso il coraggio a due mani (ma senza perdere la presa sulla sua bacchetta), Harry si incamminò e scese i gradini, lentamente. Continuò a scendere per parecchio, mentre tutto attorno cominciava a cambiare. Il legno e la polvere lasciavano il passo alla roccia e all’umidità che ne trasudava...Harry si chiese dove lo stessero portando quelle scale. Forse nei sotterranei di Hogwarts? Sì, forse...dov’era già stato, quando inseguiva il basilisco!
Infine, la luce della bacchetta inquadrò un antro, in fondo alle scale. Era fiocamente illuminato da alcune torce, disseminate sulle pareti, e che conducevano lontano dalla scala.
Trattenendo il fiato, Harry proseguì con cautela verso quella direzione, pronto a scattare qualora gli fosse stato utile.
- Se avessi ancora con me il mantello dell’invisibilità!- penso fra sé e sé. Ma sapeva perfettamente che alla resa dei conti, nessun mantello o artificio lo avrebbe fatto sfuggire dallo scontro con Voldemort.
In fondo al corridoio, la luce si aprì in quella che sembrava una grotta. Grosse pietre affilate affioravano dal pavimento e lanciavano oscure ombre sulle pareti. I passi di Harrt risuonavano nella penombra, ed egli avanzò fino ad intravedere un angolo più illuminato di altri, dove erano stati messi dei mobili antichi. Somigliava ad un antro di pirati, più che a un sotterraneo, ma il mago si fece forza e continuò ad avanzare.
- Ssseei giunto, dunque....giovane Potter!- sibilò Nagini.
Harry riuscì a mettere a fuoco il rettile dietro ad una poltrona di velluto incrostata di muffa. Subito, alzò la bacchetta assumendo una posizione offensiva.
- Cossssa credi di poter fare....con quella? Il mio padrone....ssssta arrivando...non hai sssscampo....!- sibilò, mentre strisciava verso di lui, con uno sguardo vitreo.
- Non ho paura di te, Nagini! E so anche...so anche quale segreto nascondi!
Nagini si fermò, stupito, e fu in quel momento che Harry gridò
- Petrificus Totalus!!
alla volta del serpente.
Nagini divenne solido come una roccia, nelle sue spire. Harry si avvicinò fino a toccarlo, per sincerarsi che l’incantesimo avesse sortito l’effetto desiderato, e poi pronunciò:
- Specialis Revelio! - puntando la bacchetta su Nagini. Una spira di fumo si sollevò dal serpente, una nube nera che assunse la forma prima del marchio oscuro, poi del volto serpentesco di Voldemort.
- Lo sapevo! - disse Harry, con vigore. - Nagini è un horcrux, come sospettavamo!!
Poi si guardò intorno. Sapeva di dover agire in fretta, sentiva il fiato del Signore Oscuro sul collo, ma non riusciva a farsi venire alcuna idea su come distruggere il serpente di pietra. Provò a colpirlo con dei calci, ma non ebbe alcun effetto immediato, oltre a rendere dolorante i piedi di Harry. Attorno a lui, solo vecchia mobilia fradicia: un divano azzoppato, dei resti di un letto a baldacchino, qualche tavola di un baule...Harry si lanciò ad aprirlo, gettandone all’aria il suo contenuto. In mezzo alle cianfrusaglie, tirò fuori una pesantissima ascia bipenne, forse il residuo di qualche statua o armatura della scuola. Harry gli diede un’occhiata da vicino, e notò, incrostato nel manico, uno scudo ossidato con al centro un leone rampante. Non fece nemmeno in tempo a rifletterci su che l’ascia sembrò animarsi da sola, spostando con sé Harry: un pesantissimo colpo venne vibrato dall’alto verso il pavimento, dove giaceva il serpente pietrificato. Il clamore che ne seguì fu terrificante, e Nagini, o quel che ne restava, fu ridotto in mille pezzi, schizzati via nella grotta. Harry si inginocchiò ansimante, e vide i frammenti di Nagini dissolversi in fumo denso, e poi scomparire.
E’ fatta... - mormorò Harry. Un altro horcrux è stato annientato...


Carta Luogo:
Grotta


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(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 54
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